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C O M M E N T I


Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori
Messaggi...
 
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Messaggio a Marija del 25 dicembre 2015

"Cari figli! Anche oggi vi porto mio figlio Gesù tra le braccia e da esse vi do la Sua pace e la nostalgia del Cielo. Prego con voi per la pace e vi invito ad essere pace. Vi benedico tutti con la mia benedizione materna della pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Commento teologico di Don Renzo Lavatori*


Il messaggio si inserisce meravigliosamente nel mistero del santo Natale che abbiamo appena vissuto. In effetti la Vergine si presenta sotto una duplice luminosità: la prima riguarda la sua maternità divina, che abbiamo celebrato il primo gennaio, in quanto Ella afferma: "porto mio Figlio Gesù tra le braccia ". Questa frase è la piena manifestazione del suo essere veramente la Madre del Salvatore. E con Gesù Maria offre la pace quale caratteristica tipica della missione redentrice del Figlio, la pace che deve ristabilirsi tra la terra e il cielo, tra l'umanità e la divinità. Proprio da quel Bambino, che si adagia tra le sue braccia materne scaturisce la fonte della vera pace in quanto ci invita a guardare al cielo, ad avere "la nostalgia del cielo", in modo che non siamo più schiacciati dalla pesantezza della materialità ma sappiamo camminare e vivere sulla terra con l'animo orientato alla dimensione spirituale, all'innalzamento verso la dimora santa di Dio dove risiedono la vera pace e la felicità perenne. Come è necessario che noi creature umane eleviamo il nostro spirito verso l'alto, non per distaccarci dalla terra ed estraniarci dalle vicende umane, ma al contrario per poter trasformare le vicissitudini terrene alle volte così amare e angosciose in momenti di grazia e di santificazione, vivendole nella unione di amore con Dio, cioè nella pace anzitutto con Dio, poi con noi stessi, con la famiglia e i fratelli che condividono le medesime situazioni sulle strade del mondo.
Il messaggio si inserisce meravigliosamente nel mistero del santo Natale che abbiamo appena vissuto. In effetti la Vergine si presenta sotto una duplice luminosità: la prima riguarda la sua maternità divina, che abbiamo celebrato il primo gennaio, in quanto Ella afferma: "porto mio Figlio Gesù tra le braccia ". Questa frase è la piena manifestazione del suo essere veramente la Madre del Salvatore. E con Gesù Maria offre la pace quale caratteristica tipica della missione redentrice del Figlio, la pace che deve ristabilirsi tra la terra e il cielo, tra l'umanità e la divinità. Proprio da quel Bambino, che si adagia tra le sue braccia materne scaturisce la fonte della vera pace in quanto ci invita a guardare al cielo, ad avere "la nostalgia del cielo", in modo che non siamo più schiacciati dalla pesantezza della materialità ma sappiamo camminare e vivere sulla terra con l'animo orientato alla dimensione spirituale, all'innalzamento verso la dimora santa di Dio dove risiedono la vera pace e la felicità perenne. Come è necessario che noi creature umane eleviamo il nostro spirito verso l'alto, non per distaccarci dalla terra ed estraniarci dalle vicende umane, ma al contrario per poter trasformare le vicissitudini terrene alle volte così amare e angosciose in momenti di grazia e di santificazione, vivendole nella unione di amore con Dio, cioè nella pace anzitutto con Dio, poi con noi stessi, con la famiglia e i fratelli che condividono le medesime situazioni sulle strade del mondo.
Se guardassimo più al cielo, anche la terra sarebbe più bella e amabile.
In seconda battuta la Vergine pone in rilievo l'importanza della pace, non solo nella sfera sociale e politica, ma anche la pace delle coscienze, le quali devono sapere riscoprire la bellezza e la vitale necessità di impostare la vita non sull'egoismo e sulle lotte fratricide, ma nella condivisione amorevole e fruttuosa dei molteplici doni che arricchiscono noi stessi e gli altri se li sappiamo trasmettere e conservare l'impegno di collaborazione e costruzione per una umanità più sana giusta e santamente cristiana. Per questa ragione la Vergine "benedice tutti noi" con un particolare atteggiamento materno riferito alla pace, affinché possa trionfare sulla cattiveria e la dissolutezza immorale, distruttrice dei valori salutari e buoni.
Accogliamo fiduciosi la sua benedizione e conserviamola nel nostro cuore per essere anche noi portatori di pace, anzi Ella ci invita "ad essere pace ". Ciò significa che il nostro modo di essere, di pensare, di agire, di comportarci deve identificarsi con atteggiamenti di pace sempre e ovunque. La pace, come la abbiamo intesa, dovrebbe essere il distintivo e la caratteristica propria di ogni cristiano, quasi facendo una sola cosa, una sola identità tra il cristiano e la pace. Ciò vale anzitutto nel nostro ambiente quotidiano, la famiglia, la scuola, il lavoro, il divertimento, la preghiera comunitaria, dove dovremmo essere segno e raggio di luce sul mondo così tumultuoso di rumori di guerra. Che la Vergine ci aiuti con il suo materno soccorso a vivere i suoi luminosi messaggi da docili figli e apostoli della pace portata dal Figlio Gesù.
Se guardassimo più al cielo, anche la terra sarebbe più bella e amabile.
In seconda battuta la Vergine pone in rilievo l'importanza della pace, non solo nella sfera sociale e politica, ma anche la pace delle coscienze, le quali devono sapere riscoprire la bellezza e la vitale necessità di impostare la vita non sull'egoismo e sulle lotte fratricide, ma nella condivisione amorevole e fruttuosa dei molteplici doni che arricchiscono noi stessi e gli altri se li sappiamo trasmettere e conservare l'impegno di collaborazione e costruzione per una umanità più sana giusta e santamente cristiana. Per questa ragione la Vergine "benedice tutti noi" con un particolare atteggiamento materno riferito alla pace, affinché possa trionfare sulla cattiveria e la dissolutezza immorale, distruttrice dei valori salutari e buoni.
Accogliamo fiduciosi la sua benedizione e conserviamola nel nostro cuore per essere anche noi portatori di pace, anzi Ella ci invita "ad essere pace ". Ciò significa che il nostro modo di essere, di pensare, di agire, di comportarci deve identificarsi con atteggiamenti di pace sempre e ovunque. La pace, come la abbiamo intesa, dovrebbe essere il distintivo e la caratteristica propria di ogni cristiano, quasi facendo una sola cosa, una sola identità tra il cristiano e la pace. Ciò vale anzitutto nel nostro ambiente quotidiano, la famiglia, la scuola, il lavoro, il divertimento, la preghiera comunitaria, dove dovremmo essere segno e raggio di luce sul mondo così tumultuoso di rumori di guerra. Che la Vergine ci aiuti con il suo materno soccorso a vivere i suoi luminosi messaggi da docili figli e apostoli della pace portata dal Figlio Gesù.


Messaggio a Mirjana del 2 dicembre 2015

“Cari figli, io sono sempre con voi, perché mio Figlio vi ha affidato a me. E voi, figli miei, voi avete bisogno di me, mi cercate, venite a me e fate gioire il mio Cuore materno. Io ho ed avrò sempre amore per voi, per voi che soffrite e che offrite i vostri dolori e le vostre sofferenze a mio Figlio e a me. Il mio amore cerca l’amore di tutti i miei figli ed i miei figli cercano il mio amore. Per mezzo dell’amore, Gesù cerca la comunione tra il Cielo e la terra, tra il Padre Celeste e voi, miei figli, la sua Chiesa. Perciò bisogna pregare molto, pregare ed amare la Chiesa a cui appartenete. Ora la Chiesa soffre ed ha bisogno di apostoli che, amando la comunione, testimoniando e dando, mostrino le vie di Dio. Ha bisogno di apostoli che, vivendo l’Eucaristia col cuore, compiano opere grandi. Ha bisogno di voi, miei apostoli dell’amore. Figli miei, la Chiesa è stata perseguitata e tradita fin dai suoi inizi, ma è cresciuta di giorno in giorno. È indistruttibile, perché mio Figlio le ha dato un cuore: l’Eucaristia. La luce della sua risurrezione ha brillato e brillerà su di lei. Perciò non abbiate paura! Pregate per i vostri pastori, affinché abbiano la forza e l’amore per essere dei ponti di salvezza. Vi ringrazio!”

Commento teologico di Don Renzo Lavatori*


In questo messaggio sono posti in evidenza tre grandi ambiti della nostra vita cristiana: uno è quello dell’Amore e il secondo è quello della Chiesa, ambedue incentrati nella Eucaristia.

1. Non dobbiamo mai stancarci di riflettere sull’amore che costituisce il cuore pulsante dell’esistenza umana e cristiana. La Vergine insiste giustamente, perché se non si vive di amore, di fatto si va incontro alla morte. L’amore porta la vita, la fecondità, l’eternità, mentre l’egoismo e l’odio causano la distruzione, la sterilità, l’infelicità. Il primo viene da Dio, il secondo da Satana e dal peccato degli uomini. Pertanto il discorso assume un valore fortissimo: o stiamo da una parte o dall’altra. Non si può rimanere in mezzo, nella incertezza e nell’ambiguità, nella confusione e nel dubbio. Il tempo che viviamo ci porta a tale radicale determinazione di scelta concreta e fattuale tra la salvezza voluta e portata da Gesù o la disfatta, la cattiveria, insinuata e diffusa dal Maligno. Non c’è più spazio né tempo per i compromessi tra l’una e l’altra sfera che si dissociano in modo assoluto. Ogni stato di falso accomodamento non regge nell’ora presente così gravida di oscurità e di tempeste. La decisione per Gesù deve essere chiara, forte e indiscussa, altrimenti ci troviamo in mano ad una drammatica rovina non solo a livello terreno ma anche per l’attuazione del Regno di Dio. Da qui provengono le parole di Maria: “Io ho e avrò sempre amore per voi, per voi che soffrite e offrite i vostri dolori e le vostre sofferenze a mio Figlio e a me”. Se noi entriamo dentro questo flusso di amore materno e filiale tra Maria e noi, veramente la nostra vita e, in essa, la vita della Chiesa e del mondo cambierà rotta e potrà ritrovare la via della giustizia, della pace e della concordia. Proprio Lei, la nostra dolcissima Madre, è stata scelta da Gesù sulla croce, per essere affidata a noi figli suoi tramite il discepolo, come noi siamo stati affidati a Lei nostra Madre: “Io sono sempre con voi, perché mio Figlio vi ha affidati a me”. La volontà suprema di Gesù crocifisso diventa la fonte da cui scaturisce l’amore materno di Maria e il nostro amore filiale verso di Lei. Nasce così il legame strettissimo e reciproco fra
Lei e ciascuno di noi. Ella lo sente fortemente e ce lo dice con grande semplicità e trasporto, anche noi dobbiamo capirlo, sentirlo profondamente, viverlo concretamente e quotidianamente. L’unione tra Maria e noi diventa un baluardo di serenità e di forza, di conforto e di difesa. Cerchiamo di accogliere il gesto generoso e benevolo di Gesù del dono di sua Madre, facciamolo calare nel nostro animo come un tesoro impareggiabile e prezioso, quale roccia incrollabile dell’amore, che come una dolce catena unisce il Cielo alla terra e la terra al Cielo: “il mio amore cerca l’amore di tutti i miei figli e i miei figli cercano il mio amore”. In tal modo Ella ci accomuna a Gesù suo Figlio e al Padre celeste per formare una sola, grande famiglia: la Chiesa.

2. Di fatto il secondo nucleo del messaggio verte propriamente sulla Chiesa, in quanto noi, figli di Maria, formiamo la Chiesa di Cristo, il nuovo popolo di Dio, il corpo mistico di cui Cristo è il Capo e lo Spirito Santo è come l’anima, il gregge di cui Gesù è pastore, la sposa dell’Agnello immolato e glorioso. A questo punto lo sguardo della Vergine si volge precisamente sulla Chiesa e ne descrive la triste situazione, che comprende due lati: da una parte il lato doloroso della “Chiesa che soffre ed ha bisogno di apostoli che, amando la comunione, testimoniando e dando, mostrino le vie di Dio”. Qui si mette in evidenza il periodo difficile e critico in cui la Chiesa vive tra difficoltà e problemi sia all’esterno con le persecuzioni e gli attacchi offensivi e violenti sia all’interno con scandali, divisioni e contrasti, confusioni e disorientamenti. Dall’altra parte la Vergine afferma con chiarezza e verità che “la Chiesa è indistruttibile”, nel senso che le porte degli inferi non prevarranno contro di lei. Le parole di Gesù, che Maria fa sue, offrono sicurezza e coraggio. Occorre procedere e andare avanti con grande lena e fiducia. La Chiesa appartiene a Cristo e nessuno può strapparla dalle sue mani vittoriose sulla croce e nella risurrezione. Egli ne è il Pastore vigile e attento, lo Sposo amorevole e vigoroso, il Capo autorevole e glorioso. Noi ne siamo le membra che, restando avvinte al Capo, portano vita, salute e crescita a tutto il corpo. Infatti, nonostante le persecuzioni, le avversità e i tradimenti, “la Chiesa è cresciuta di giorno in giorno”. Anche oggi essa cresce, si sviluppa, si purifica e si rinnova. Tale certezza non deve mai venir meno, neanche nei momenti più terribili, per conservare sempre la fiducia e il coraggio del nostro cammino cristiano.

3. Il centro di tale forza e vitalità indistruttibile della Chiesa è data propriamente dalla Eucaristia, che costituisce “il cuore pulsante della Chiesa”. Noi ce ne rendiamo conto? Apprezziamo il dono immenso e meraviglioso del sacramento eucaristico? Dobbiamo ricuperare il senso vitale e salutare della Eucaristia, farmaco dell’immortalità e di felicità, vita della nostra vita, vincolo indissolubile di comunione tra tutte le membra dell’unico corpo ecclesiale. Da qui l’importanza di mettere Gesù sacramentato al centro della nostra vita spirituale sia con la partecipazione viva e raccolta alla santa Messa, sia con l’adorazione silenziosa e prolungata davanti al SS.mo Sacramento. Lì solo attingiamo luce, grazia, energia, serenità per vivere pienamente la nostra fede e attuare l’amore di Gesù per i fratelli più bisognosi. L’Eucaristia deve diventare il punto di attrazione, del desiderio intimo, della contemplazione a tu per tu con Gesù nel reciproco guardarsi amoroso, con tutto il nostro essere immerso in Lui e coinvolto nella sua potenza infinita di amore. Da lì, da quella Fonte inesauribile di risurrezione, acquistiamo sempre nuova linfa per essere più freschi e vivi fino all’incontro eterno con il Cristo glorioso nella beatitudine celeste per ringraziarlo del dono immenso della Eucaristia: O Gesù, sulla croce ci hai lasciato il dono meraviglioso di tua Madre, nell’ultima cena, prima della tua passione, ci hai donato il tuo stesso corpo e sangue per essere nostro cibo e bevanda, nutrirci di te stesso ed essere avvolti dal tuo amore infinito, un amore perenne, volendo restare in mezzo a noi per tutti i giorni del tempo terreno. Nulla di più grande avremmo potuto mai pensare, mio caro Gesù! Nascono così i tre grandi amori che formano la ricchezza e la bellezza della Chiesa: il Cristo crocifisso e risorto, l’Eucaristia quale memoriale della sua pasqua e caparra della vita immortale, la Vergine Maria quale madre amorevole e compagna di viaggio nel pellegrinaggio terreno. Grazie, o Signore Gesù. A te la lode e la gloria nei secoli dei secoli.





* Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.

Originale sul Blog “Messaggi di Medjugorje“ http://goo.gl/Qnwh5I


 
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