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Le sei settimane di Quaresima preparano alla Pasqua, che costituisce il centro e il fulcro dell'anno liturgico e l'essenza dei misteri della salvezza cristiana. Questi quaranta giorni sono segnati anzitutto dal ricordo dei quaranta giorni di Gesù vissuti nel deserto, dalla sua lotta con il demonio e dalla sua vittoria sul tentatore. Nel deserto Gesù è nutrito dalla parola di Dio e così supera ogni suggestione diabolica che vorrebbe allontanarlo dalla volontà di suo Padre. Egli si sottopone al cammino assegnatogli, molto impegnativo e faticoso: operare la redenzione degli uomini con l'umiltà e il sacrificio totale di sé sulla croce piuttosto che ricercare l'onore e i piaceri del mondo. Un vero capovolgimento di vedute che Gesù ha accolto con tutta la sua generosa disponibilità e il suo grande amore diventando per noi il Salvatore. Durante questo tempo, nell'ascolto attento e perspicace della Parola di Dio, che indica la strada giusta da percorrere, anche noi ci poniamo al seguito del Cristo seguendo la sua traiettoria in conformità alla volontà del Padre e non assecondando i nostri egoismi e le nostre aspirazioni terrene e materialistiche, né lasciandoci condizionare da quella mentalità seducente e menzognera che proviene dal principe di questo mondo. A tale scopo occorre una forza interiore e soprattutto una chiara decisione di cambiare rotta, che significa fare una autentica "conversione".
I quaranta giorni ci ricordano anche i quaranta anni trascorsi dal popolo d'Israele nel deserto con un cammino lungo e tormentato che lo ha condotto dalla liberazione della schiavitù del faraone alla conquista della terra promessa. Fu un tempo quello anche di miracoli e di prodigiosi interventi divini per sovvenire alle necessità degli israeliti. Anche per noi si attuano le medesime condizioni nel tempo quaresimale: da parte nostra sorge il dovere di un maggior affidamento al Signore superando le tentazioni dell'attaccamento al nostro orgoglio e ai nostri peccati, mentre da parte di Dio si verifica un'abbondanza di grazia, di amore e di doni grandi e sorprendenti, di veri miracoli. Anche a noi viene elargita la manna, molto più preziosa dell'antica manna del deserto, perché si tratta del cibo disceso dal Cielo, cioè del corpo e del sangue di Gesù nella santa Eucaristia. Anche per noi sgorga l'acqua viva dalla roccia, un'acqua che disseta il nostro cuore e ci purifica dalle nostre miserie, mentre ci irrora dell'amore e della santità divine. Quest'acqua zampillante per la vita eterna è propriamente lo Spirito Santo che sgorga dal Cristo innalzato e trafitto sulla croce. La luce luminosa che ci guida non è più la nube o il fuoco degli israeliti nel deserto, ma la Verità, la Luce nella persona stessa di Gesù. Ci viene data anche una legge nuova contenuta nel Vangelo che dobbiamo accogliere e vivere quotidianamente.
Di fronte alla bontà divina mostrata in così sorprendenti doni, più acuta si fa in noi la consapevolezza del nostro peccato e della nostra infedeltà; consideriamo con amarezza quanto debole sia la nostra carne, quante ferite portiamo nel nostro animo. La coscienza della nostra condizione di peccatori non deve condurci all'avvilimento o alla depressione, piuttosto deve suscitare il desiderio della riconciliazione con Dio e la fiducia nella sua misericordia, nella certezza del suo perdono se egli trova in noi un serio pentimento e un valido proposito di rinnovare il nostro stile di vita. Da qui il ricupero della pratica sacramentale della penitenza o confessione, della frequenza alla S. Messa e alle pie pratiche soprattutto all'esercizio molto efficace della Via Crucis..
Il brano evangelico (Mt 6, 1-6. 16-18) che ascoltiamo il mercoledì delle ceneri, giorno iniziale della Quaresima, offre con semplicità e chiarezza i mezzi che ci aiutano a camminare operosamente verso la Pasqua. Il primo mezzo è dato dall'elemosina, con cui si presta aiuto al nostro prossimo più bisognoso con gesti di sincera carità e di benevolenza sia a livello materiale sia nella sfera affettiva, sociale e spirituale. Il secondo mezzo consiste nel digiuno, nel senso di mettere ordine nella sfera corporale e psichica della nostra persona, allontanando azioni o sentimenti o attaccamenti che possono ostruire la purificazione e la crescita nella vita cristiana. Il terzo mezzo è concentrato sulla preghiera quale momento privilegiato del nostro incontro con Dio nostro Padre amorevole. Come si vede, la liturgia, seguendo l'insegnamento di Cristo, pone l'accento su tre fattori di estremo valore umano e spirituale: il primo, quello dell'elemosina, riguarda il rapporto con gli altri, in modo da saperci relazionare con spirito di vero amore e di altruismo, vincendo il nostro egoismo e la nostra sete di possesso; il secondo, quello della mortificazione o digiuno, concerne la nostra persona, in modo da saper riconoscere umilmente le nostre miserie e ritrovare un equilibrato ordinamento tra le diverse facoltà del corpo e dell'anima per ottenere una giusta maturazione di se stessi; infine il terzo, quello della preghiera viva e profonda, mette in evidenza il nostro rapporto con Dio, in modo da restaurare con Lui un atteggiamento di totale fiducia filiale e di abbandono alla sua superiore e santa volontà, rendendoci consapevoli che il Signore deve avere il primo posto nella nostra vita.
Su questo mirabile tracciato il cammino quaresimale verso la Pasqua acquista il suo splendido volto di un progressivo avvicinarci ai meravigliosi eventi della nostra salvezza operata da Cristo con la sua passione, morte e risurrezione. Allora qualcosa di nuovo avviene in noi: si nobilitano i pensieri, si purificano i desideri, migliorano le azioni. Vuol dire che il mistero della Pasqua agisce e che insieme con Cristo la nostra anima risorge a nuova vita.
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