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Attualizzazioni

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La Pentecoste inizio della Chiesa


La Chiesa, quale corpo mistico di Cristo e popolo messianico, si riallaccia essenzialmente al suo capo e fondatore, che è Gesù di Nazaret. Egli, quale vero mediatore tra Dio e gli uomini, ha riscattato il popolo con il sacrificio della croce, donando il suo sangue. Il popolo di Dio esiste pertanto in forza del sangue effuso da Cristo; da questo sangue è liberato, salvato e reso nuovo popolo. Per questo Cristo ne è il capo, non nel senso che domina su di esso, ma piuttosto si fa servo di tutti offrendosi in oblazione.
Dopo la morte, con la risurrezione, il Capo vive glorioso nel cielo ed è veramente il Signore e sovrano, da cui il popolo attinge vita, forza e luce attraverso l’azione dello Spirito Santo. Il Cristo è ora invisibile, ma presente efficacemente con il do no del suo Spirito, che si effonde in pienezza sulla comunità il giorno di Pentecoste.

a. Da Pasqua a Pentecoste
Con la morte e la risurrezione di Gesù si è attuata la nuova alleanza, in quanto essa è stata sancita con il sangue del Verbo fatto carne ed è stata vivificata dalla sua glorificazione. Cristo inaugura così il nuovo rapporto che esiste fra Dio e l’uomo. L’uomo liberato e purificato dai peccati è inserito nella santità e nella vita stessa di Dio, e Dio si comunica a lui con tutto il suo amore. Questo è il fatto fondamentale che costituisce il nuovo modo di essere ormai definito dall’alleanza.
Ciò che è stato compiuto in Cristo, ora deve attuarsi nelle singole creature umane. Questo passaggio della nuova alleanza da Cristo agli uomini viene realizzato in forza dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo trasmette nel cuore dell’uomo questa vita nuova, quell’amore divino, che distrugge il peccato e rende l’uomo disponibile all’incontro con Dio, lo fa suo amico, anzi lo rende suo figlio adottivo.
Da ciò segue che ogni cristiano, in quanto figlio di Dio nella potenza del suo Spirito, fa parte del nuovo popolo dei figli di Dio, partecipi dell’unico e medesimo Spirito, i quali formano la famiglia santa di Dio. La Chiesa è questa comunità dei figli che, nel Figlio primogenito e unico, è unita nell’amore del Padre e costituisce un unico corpo e un unico Spirito: «In realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, giudei e greci, schiavi e liberi; tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito» (1Cor 12,13). La missione dello Spirito è propriamente rivolta alla Chiesa, nuovo popolo di Dio, perché perseveri, si rinnovi nell’alleanza divina e sia portatrice della salvezza del mondo.
Infatti, dopo la Pasqua, il regno di Dio si espande da Gerusalemme, centro di Israele, per tutta la Giudea, alla Samaria e fino agli estremi confini del la terra (Lc 24,47; At 1,8). Tra il popolo antico e la nuova Chiesa esiste pertanto un passaggio, costituito dalla morte e risurrezione di Gesù, una trasformazione dall’economia secondo la Legge a una salvezza nello Spirito. Il nuovo popolo non è più limitato alla discendenza dalla stirpe giudaica, ma aperto a tutte le razze e a tutti i popoli. Dio riunisce tutti gli uomini nel Figlio suo, facendoli rinascere nel corpo glorioso di lui, nel quale fu vinto il peccato e distrutta ogni divisione, e dove risplende la santità dello Spirito.
La Chiesa ha iniziato dunque la sua esistenza nel giorno di Pasqua, quando germoglia e vive nel corpo glorioso di Cristo, ma comincia a manifestarsi, a camminare e ad agire con l’effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste.

b. Da Pentecoste alla fine del mondo
Nella festa ebraica della Pentecoste, come viene presentata in Atti 2, si è verificata una grande azione dello Spirito che può considerarsi il vero e proprio conferimento dello Spirito. Improvvisamente prorompe dal cielo un frastuono, che viene paragonato a un vento furioso che si scatena con grande violenza. Tutta la casa in cui si trovano i discepoli ne è scossa;
subito dopo appaiono lingue divise l’una dall’altra, come di fuoco, le quali si posano su di loro, «ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo» (At 2,3-4 greco). Dietro le lingue di fuoco è indicata l’azione dello Spirito.
Occorre considerare che nel racconto sono collegati tre elementi che si richiamano alla tradizione veterotestamentaria: il possente frastuono, le lingue di fuoco e l’azione dello Spirito che scende su gli uomini e ne prende possesso. Lo Spirito di Dio sta sopra i discepoli e dentro di essi come fossero totalmente consacrati e invasi dallo Spirito, similmente agli antichi profeti, e soprattutto a Cristo nel momento del suo battesimo.
Il racconto non si richiama soltanto al passato, esso sottolinea anche il valore escatologico dell’azione dello Spirito Santo. Per questo viene citata la profezia di Gioele 3, in cui tutti i membri del popolo avranno il dono dello Spirito Santo, e se ne constata la realizzazione. Tuttavia l’attuazione escatologica non significa sol tanto il compimento, quanto anche l’inizio di un ulteriore intervento di Dio. L’azione dello Spirito, nel momento in cui compie le promesse antiche, si pone come annuncio e anticipazione di avvenimenti ancora più grandi e imprevedibili, secondo quanto aveva detto il Maestro nel discorso di commiato (Gv 14,12).
Così intesa, la venuta dello Spirito Santo si pone in perfetta continuità con quella di Cristo. Solo che lo Spirito non agisce direttamente sul mondo, come aveva fatto Gesù, ma si serve della testimonianza degli apostoli. Egli agisce su di loro, affinché essi, a loro volta, si rendano idonei ad annunciare il regno di Cristo a tutti gli uomini. Gesù stesso li aveva istruiti in tal senso: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra» (At 1,8; cf. Mc 13,11). È dunque con la loro presenza personale che i discepoli saranno testimoni del Salvatore da vanti agli uomini, mentre il Salvatore è ormai assente dagli occhi del mondo, poiché è salito presso il Padre. Per mezzo loro Cristo parlerà e continuerà a portare la salvezza a poco a poco su tutta la faccia della terra in virtù della presenza dello Spirito Santo.

Don Renzo Lavatori




 

 

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