ATTUALIZZAZIONI
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Terza domenica di Avvento (12-12-2010)
IL RAPPORTO TRA GIOVANNI BATTISTA E GESU' IL MESSIA
Il brano tratto dal Vangelo di Matteo (Mt 11,2-11) mette ancora in rilievo la 
figura del Battista in stretto collegamento con la persona di Gesù. Anzitutto 
Giovanni svolge una investigazione per riconoscere se il Cristo sia veramente 
colui che deve venire o bisogna aspettare qualcun’altro. A tal fine invia alcuni 
suoi discepoli per porre la domanda direttamente a Gesù, il quale non espone una 
trattazione sistematica su di sé né dà una risposta esplicita, ma fa vedere le 
meravigliose opere che egli compie, come le guarigioni dei malati, la 
risurrezione dei morti, l’annuncio del vangelo ai poveri. Sono quei segni che 
erano stati pre-annunciati dal profeta Isaia (Is 35,1-10) e che perciò attestano 
con chiara evidenza la realtà messianica di Gesù quale compimento delle antiche 
promesse. Queste parole danno a tutti noi, e non solo a Giovanni Battista, la 
certezza che Gesù è il vero Messia e come tale va creduto, amato e proclamato.
In un successivo momento Gesù fa un grandioso elogio di Giovanni, rivelando la 
sua forte personalità e insieme la sua alta missione di precursore, che è stato 
inviato quale messaggero per preparare la via al Signore che viene. Anche queste 
espressioni suscitano ammirazione e stupore verso il Battista, insieme scuotono 
l’animo nostro a seguire i suoi suggerimenti per disporci ad accogliere con 
adeguate disposizioni di spirito il Messia che fra pochi giorni nascerà a 
Betlemme. Non possiamo rimanere imprigionati dentro meschine prospettive 
materialistiche, ma renderci conto che quel Bambino rivela e comunica a noi la 
vera vita, l’amore puro, offrendoci la sua pace e il suo perdono. Una festa di 
Natale, che non sia intessuta da questi sentimenti di fede e di interiore 
accettazione nei confronti di Gesù, perde ogni suo mordente e scivola 
miseramente dentro le strettoie della banalità e della superficialità senza 
lasciare tracce di salvezza eterna e di rinnovamento dei cuori.
Infine Gesù fa una dichiarazione che stupisce, perché da una parte afferma che 
tra i nati di donna nessuno è più grande di Giovanni Battista, dall’altra dice 
che il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Quale il senso di 
questa apparente contraddizione? Il più piccolo indica colui che nella 
semplicità d’animo e nella purezza dei sentimenti aderisce pienamente al Vangelo 
di Gesù e segue fedelmente gli esempi del Maestro, facendosi bambino come il 
Cristo stesso ha fatto nascendo a Betlemme. Niente di più bello e coinvolgente 
di queste parole che offrono una luce meravigliosa su quella grotta dove Maria 
depone suo Figlio neonato. Tocca a noi saper vedere quella luce, ammirarla e 
farla calare nell’animo e nella nostra vita di ogni giorno.
 
don Renzo Lavatori
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