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L’UNZIONE DELLO SPIRITO SANTO NELLA CRESIMA


L’unzione crismale, fatta nel sacramento della Cresima, viene considerata dalla Chiesa come il segno e il dono della perfezione cristiana, il dono personale dello stesso Donatore divino, compimento della promessa fatta da Gesù ai suoi discepoli nel momento del suo ritorno al Padre circa l’invio dello Spirito Santo o Paraclito. In questo senso, la liturgia fin dall’antichità usa parole di venerazione quando parla del Crisma, definendolo di volta in volta “sacro, divino, santissimo, celeste unguento”. Per indicare l’impronta radicale che si attua con la Sacra Unzione, si parla di “sigillo”. In effetti il sigillo indica la profonda incisione dello Spirito nell’anima, in modo così efficace che resta un segno indelebile chiamato anche “carattere sacramentale”, per significare la sua stabilità e perennità. Il sigillo crismale corrisponde alla situazione di “perfetto cristiano”, segno di totale appartenenza a Cristo per mezzo dell’effusione dello Spirito Santo.
Si comprende così l’importanza degli effetti della Cresima, che hanno lo scopo di maturare “i sensi spirituali” per cogliere il dono soprannaturale della grazia divina. Infatti il Crisma perfeziona le nostre facoltà spirituali alle quali sono dati impulso e forza dal Cristo stesso. Per questa ragione la Cresima assume la definizione, familiare a tutta la tradizione cristiana, di sacramento di forza che ci rende soldati e atleti di Cristo con la potenza dello Spirito Santo. In tal modo si capisce che la testimonianza cristiana della propria fede non scaturisce semplicemente dalle capacità naturali del credente, ma più sostanzialmente essa è frutto della spinta interiore dello Spirito di Dio. Si tratta di una maturazione nella fede sviluppata nell’animo e che poi si sprigiona nella comunicazione esteriore della testimonianza, espressa essenzialmente dall’imitazione di Cristo e dalla proclamazione della sua Parola.

1. La consacrazione o unzione con lo Spirito Santo
Analizzando ulteriormente si può dire che la Cresima dona lo Spirito Santo, attuando una consacrazione o unzione, che si esplica poi con i doni molteplici dati dallo Spirito secondo una “essenziale identità del Dono”, in quanto i diversi doni sono espressione dell’unico Spirito che li comunica al cresimato. Da notare una particolarità: mentre nell’antica Legge l’unzione o consacrazione era riservata soltanto ai re e ai sacerdoti, nella Chiesa invece è ricevuta da ogni singolo cristiano, in modo assoluto e indelebile, per la mediazione degli apostoli e dei Vescovi loro successori.
L’unzione ha un significato profondo: essa sta a indicare una forza particolare, che avvolge e ricolma l’unto, in modo che questi possa compiere opere impegnative, sia immune dagli attacchi dei nemici e sia vittorioso e potente. Tale forza proviene a lui dalla presenza e dall’azione dello Spirito di Dio, per cui l’unto è l’uomo che possiede lo Spirito di Dio, è guidato e illuminato da Lui. Per questo motivo egli è dotato di sapienza particolare, che gli consente di avere intuizioni e vedute chiare nel governare la propria vita e nell’annunciare con verità e con efficacia la parola di Dio. Tutto questo comporta in lui una relazione con Dio molto intensa, per cui vive in intima unione con Dio ed è “sacro”, cioè appartiene a Dio.
In tal modo si attua la “cristificazione” dell’uomo, la sua consacrazione o santificazione, per mezzo dell’unzione con il Crisma. Ne consegue che la “divinizzazione” del cristiano si può realizzare perché Cristo apre la natura umana a quella divina, inabitando in essa mediante lo Spirito, che infonde la santità, non come frutto delle capacità o risorse umane, ma anzitutto come opera di Dio. Questa comunicazione spirituale, attraverso l’unzione crismale, avviene in primo luogo in Cristo e poi si riversa nell’uomo.
L’incarnazione del Figlio di Dio costituisce la fondamentale unzione dell’umanità da parte della Divinità, perché, prima di questo evento, Dio era nascosto in se stesso fino al momento della sua manifestazione o Epifania, quando il Padre e lo Spirito Santo si rendono manifesti nel Verbo incarnato. La Trinità intera agisce in questa unzione del Cristo o Messia (Unto): il Padre è colui che compie l’unzione, il Figlio è Cristo, l’unto o consacrato, lo Spirito Santo costituisce l’unzione stessa o l’unguento con cui si compie l’unzione.
Ne deriva che il Cristo è il soggetto consacrato con la pienezza dello Spirito Santo; conseguentemente si fa fonte di unzione o consacrazione per gli uomini, di cui condivide la natura. Lo Spirito Santo, che eternamente il Verbo possiede nella sua essenza divina, viene trasmesso alle creature umane, in modo che anche esse possano essere ricolmate di quel medesimo Spirito, che sprigiona da Cristo. E ciò avviene propriamente nel sacramento della Cresima.

2. Gli effetti salutari dell’unzione con il Crisma nella Cresima.
Si può dire pertanto che Gesù, fin dall’inizio della sua missione di salvezza, fu inviato come “Cristo – Unto (Messia)”. Assumendo la nostra natura umana, il suo Unguento divino si riversò in essa e si trasformò in unzione, che unge anche la nostra carne “trasformandoci in Cristo”, divinizzando la nostra umanità per la grazia santificante dello Spirito impresso nel cresimato. Nel sacro Crisma il cristiano riceve lo Spirito Santo tramite la mediazione di Cristo, che ci unge con il suo Spirito attraverso il segno sacramentale della Cresima.
In tutto ormai simile a Cristo, rivestito delle sue prerogative e della sua dignità, il cresimato, con l’unzione dello Spirito, viene dedicato e consacrato a Dio Padre, il quale lo accoglie come re, sacerdote e vittima gradita. Si può affermare che con l’unzione crismale si fa presente nell’uomo la Ss.ma Trinità quale artefice della rigenerazione degli uomini in figli di Dio, imprimendo in essi l’immagine del Cristo e consacrandoli quali figli del Padre Celeste a imitazione di Gesù.
La carne umana, dopo aver ricevuto la forma del Cristo già nel battesimo, viene ulteriormente spiritualizzata nella Cresima dalla effusione dello Spirito Santo che potenzia i “sensi spirituali” per essere più somigliante a Cristo. L’unzione con il Santo Crisma rende il cristiano non soltanto attivo delle energie dello Spirito, ma provoca in lui la comunione con lo stesso Spirito e la ricezione dei suoi doni. Questi doni sono detti anche “carismi”, distinguendo i “carismi straordinari”, espressi in alcune persone particolari elette da Dio, e “carismi ordinari”, necessari alla vita di santità di ogni cresimato per giungere alla sua pienezza o perfezione umana e cristiana. In effetti la finalità della nostra vita spirituale non consiste nell’acquisizione dei carismi straordinari ma nell’esercizio dei carismi ordinari utili per la crescita di ogni giorno nella santità, dentro il contesto professionale ed ecclesiale in cui il cristiano è inserito. Scrive un antico Teologo bizantino (Cabasilas): “I carismi che il Crisma attira sempre nei cristiani e per i quali ogni tempo è opportuno, sono quelli della pietà, della preghiera, dell’amore, della sobrietà e gli altri doni utili a coloro stessi che li ricevono”.
Ogni dono spirituale è dato dallo Spirito in modo assolutamente gratuito e diversificato. Esso resta in funzione delle necessità della Chiesa, insieme serve al perfezionamento di coloro che lo possiedono. Da notare che l’azione dei carismi, trasmessi attraverso il divino Crisma nel sacramento, opera in tutti i cristiani, però non tutti ne hanno la percezione né godono della ricchezza santificante. Infatti lo Spirito Santo, ricevuto con il Crisma, è sempre ugualmente presente nei membri della Chiesa. Se questi hanno un carattere instabile o debole e non perseverano nella fedeltà e nella docilità allo Spirito, ma lo rifiutano, succede che lo Spirito non rimane in essi e non trasmette la sua forza divinizzante.
Affinché si manifesti la potenzialità di questo sacramento, c’è bisogno che l’uomo si apra alla realtà soprannaturale e non si chiuda in se stesso, nel suo egoismo, nel peccato, che può significare la morte spirituale e la lontananza da Dio, la perdita della sua amicizia. Come dice S. Paolo, “non trascurare il carisma che è in te”, nel senso che, pur avendo ricevuto il dono, non ci giova a nulla se siamo negligenti e dissipati. Sono necessarie veglie, preghiere e fatiche a chi vuole avere l’anima sensibile e attiva di questi doni. Sebbene i carismi siano stati elargiti gratuitamente dallo Spirito Santo, rimane indispensabile la cooperazione da parte dell’uomo che li riceve. Allora la Cresima porta frutti di vita, di amore e di santità, facendosi fermento di autentico rinnovamento cristiano non solo nel singolo cresimato, ma in tutta intera la comunità dei credenti in Cristo.

Don Renzo Lavatori

 

 

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