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C O M M E N T I


Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori
Messaggi...
 
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Messaggio a Mirjana del 2 luglio 2019

“Cari figli, secondo il volere del Padre misericordioso, vi ho dato ed ancora vi darò segni evidenti della mia presenza materna. Figli miei, essa è per il mio desiderio materno della guarigione delle anime. Essa è per il desiderio che ogni mio figlio abbia una fede autentica, che viva esperienze prodigiose bevendo alla sorgente della Parola di mio Figlio, della Parola di vita. Figli miei, col suo amore e sacrificio, mio Figlio ha portato nel mondo la luce della fede e vi ha mostrato la via della fede. Poiché, figli miei, la fede eleva il dolore e la sofferenza. La fede autentica rende la preghiera più sensibile, compie opere di misericordia: un dialogo, un’offerta. Quei miei figli che hanno fede, una fede autentica, sono felici nonostante tutto, perché vivono sulla terra l’inizio della felicità del Cielo. Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, vi invito a dare esempio di fede autentica, a portare la luce là dove c’è tenebra, a vivere mio Figlio. Figli miei, come Madre vi dico: non potete percorrere la via della fede e seguire mio Figlio senza i vostri pastori. Pregate che abbiano la forza e l’amore per guidarvi. Le vostre preghiere siano sempre con loro. Vi ringrazio!”

Commento teologico di Don Renzo Lavatori*


Questo messaggio si presenta con una struttura del tutto particolare, che non si è verificata in altri messaggi antecedenti. Esso viene scandito da un saluto e richiamo dolcissimo: “Figli miei cari”, precisamente per sette volte, dove ogni volta risulta un aspetto della vita cristiana, intessuta, vivificata, illuminata dalla fede. Si può dire che si tratta di un vero settenario cioè sette punti capisaldi, quale vademecum per i suoi figli amati e i suoi discepoli fedeli: ascoltiamo – meditiamo – viviamo.

1.La missione materna di Maria: “Cari figli, secondo il volere del Padre misericordioso, vi ho dato ed ancora vi darò segni evidenti della mia presenza materna”. Ella ci fa capire la ragione per cui viene tra noi e si affianca sul nostro pellegrinaggio terreno, quale messaggera inviata da Dio Padre, in corrispondenza alla sua divina volontà. Ciò significa che le sue apparizioni rientrano nel progetto salvifico del Padre Celeste e come tali vanno accolte, comprese e vissute. La presenza di Maria è accompagnata da segni particolari che rivelano la sua funzione materna, la sua missione di accompagnatrice, maestra e guida dei suoi figli sempre bisognosi delle sue parole e dei suoi ammonimenti. Di questo dobbiamo prendere atto, sentirne non solo la gioia e l’esultanza, ma anche la necessità e l’urgenza affinché per mezzo di Lei noi possiamo vivere su questa terra da veri convinti cristiani. Ascoltando e seguendo Lei, noi assecondiamo la divina volontà e perciò entriamo pienamente nel progetto di salvezza de nostro Padre Celeste.

2.La guarigione e la salvezza delle anime: “Figli miei, essa (la mia presenza) è per il mio desiderio materno della guarigione delle anime”. Maria rivela lo scopo o la finalità per cui svolge la sua missione, che consiste unicamente ed esclusivamente per la guarigione dei suoi figli, cioè la loro sanazione, purificazione, conversione concernente sia le guarigioni fisiche sia soprattutto la guarigione del cuore, che si trova spesso in situazioni di amarezza e grande sofferenza. Si sa che tale disagio proviene dal peccato quale mancanza di amore o rifiuto dell’amore. La creatura umana ha bisogno vitale di essere risanata, in modo che le sue ferite psichiche, affettive, spirituali siano rimarginate e il cuore ne venga rinnovato e trasfigurato per un cuore nuovo, sereno e colmo di gioia e di amore. Per essere autentici cristiani e vivere in coerenza il vangelo, non vi è altro modo che quello di essere risanati. Ciò è avvenuto con il sacramento del battesimo e si rinnova di giorno in giorno fino al raggiungimento della salvezza eterna e beatificante del paradiso.

3.La fede autentica vive sulla Parola del Figlio suo: “Il mio desiderio è che ogni mio figlio abbia una fede autentica, che viva esperienze prodigiose bevendo alla sorgente della Parola di mio Figlio, della Parola di vita”. Non vi è altra sorgente, zampillante per la vita sulla terra e nel cielo, al di fuori della Parola di vita di Cristo, il Verbo eterno di Dio fatto uomo. Su questo punto la Vergine non solo non ha dubbi, ma insistentemente ripete che la vera luce, che indica la via e che porta alla vita terrena ed eterna, sta solamente nell’ascolto, nell’assimilazione e nella attuazione di quella Parola che è discesa dal cielo e si è fatta carne, cioè il Figlio suo amatissimo, Gesù Cristo. Perché vogliamo cercare altre parole che non hanno la medesima forza? Perché ci lasciamo travolgere da parole vane e anche dannose piuttosto che restare avvinti alla parola evangelica? Dovremmo tornare a leggere e meditare la Sacra Scrittura. Essa soltanto possiede una luminosità e una vitalità che unicamente possono alimentare e ravvivare le nostre deboli forze. Ma di quella Parola vitale ne facciamo veramente il centro del nostro ascolto quotidiano?

4.La fede trasforma il dolore in offerta d’amore: “Figli miei, la fede eleva il dolore e la sofferenza. La fede autentica rende la preghiera più sensibile, compie opere di misericordia: un dialogo, un’offerta”. Ancora una caratteristica speciale della potenza operativa della fede sotto due aspetti di vita. Un primo aspetto riguarda il problema fondamentale della sofferenza e del male, che tocca ogni essere umano e davanti al quale si possono assumere atteggiamenti diversi ed anche opposti: chi lo respinge di sana pianta e lo considera qualcosa del tutto negativo da debellarsi; altri lo sopportano con rassegnazione e tristezza, come fosse un dato di fatto inevitabile e quindi va affrontato il meglio possibile; altri infine si lasciano dominare dal dolore fino a perdere ogni speranza e cadere in una depressione tale fino al desiderio della morte. La Vergine invece, conformemente alla verità evangelica, fa della sofferenza di qualsiasi tipo, fisica, psichica e spirituale, causata dal peccato del mondo e assolutamente non da Dio, un evento di positiva salvezza, in quanto diventa uno strumento per mezzo del quale possiamo crescere e maturare da un punto di vista umano e cristiano; soprattutto può essere fonte di merito e di guarigione. Infatti il dolore, sofferto e affrontato per amore di Gesù crocifisso, si trasforma in salvezza terrena ed eterna per sé stessi e per i fratelli peccatori e bisognosi. Ciò è possibile per il mistero pasquale di Cristo, che ha vissuto sofferenze enormi fino al sacrificio sulla croce unicamente per adempiere la volontà del Padre e per la nostra redenzione. Con ciò ha dimostrato che l’amore è più forte del dolore e di ogni male, anzi diventa la vittoria più grande su ogni male e sulla morte stessa. In questo modo la Vergine ci insegna uno strumento di immenso valore, di cui dovremmo fare tesoro, soprattutto con l’aiuto della preghiera, che rende la sofferenza viva ed efficacie per compiere ogni vero bene per noi stessi e per tante creature umane.

5. La fede dona la felicità sulla terra e nella vita eterna: “Quei miei figli che hanno fede, una fede autentica, sono felici nonostante tutto, perché vivono sulla terra l’inizio della felicità del cielo”. In queste parole è contenuta una perla di grande valore, nel senso che costituisce il segreto per vivere un’esistenza intessuta di serenità, di fiducia e di grande ardore e ottimismo. Ciò proviene dal fatto che la fede si affida alla divina potenza e giustizia, alla divina misericordia e sapienza, per cui ogni cosa, ogni avvenimento, ogni circostanza acquista un valore e una forza non più negativa e semplicemente umana ma soprannaturalmente infinita e onnipotente. Perché dunque affannarsi, preoccuparsi con ansia, imprecare, rattristarsi fino alla perdita di ogni speranza e addirittura raggiungere un pessimismo esacerbante e distruttore? Se Dio è con me, Padre dolcissimo che mi sostiene, mi protegge e io mi abbandono filialmente tra le sue braccia, di chi e di che cosa posso aver paura? Se Gesù è con me, chi può essere contro di me? Quale intenso spessore e apertura di vitalità e di felicità già su questa terra, come anticipazione della beatitudine senza fine nel regno di Dio! Lasciamoci avvolgere, coinvolgere e travolgere da questa fede piena, ardente, totalizzante. Allora la vita veramente assume una raffigurazione, una consistenza diversa, perché si fa ricca e portatrice di amore, verità ed eternità, in forza di una fede costante e imperterrita.

6.La fede piena costituisce la luce nelle tenebre: “Figli miei, apostoli del mio amore, vi invito a dare esempio di fede autentica, a portare la luce là dove c’è tenebra, a vivere mio Figlio”. Con questa puntualizzazione la Vergine dona il mandato ai suoi figli di rappresentarla tra gli uomini, costituendoli apostoli quali testimoni del suo amore. Soprattutto Ella ci incita ad essere fonte di luce in mezzo ad un mondo tenebroso in cui viviamo. Ma di quale luce Ella parla? Lo dice immediatamente dopo: la luce del mondo è Gesù stesso, suo Figlio il quale si è proclamato di essere l’unica vera Luce del mondo. Non esiste altra luce cosi radiosa e vitale come questa. Occorre perciò tenerla accesa internamente nella nostra mente, nel nostro cuore e in tutti i momenti della nostra esistenza quotidiana. Solo Lui, il Figlio di Maria, può essere capace di avere una tale luce potente da diradare e allontanare le paurose e angosciose oscurità della vita sulla terra. Questa luce è la verità che Lui ha portato e trasmesso con la sua Parola. Da qui il nostro impegno, se vogliamo essere seriamente apostoli mariani, di vivere il Figlio. La frase è molto forte e incisiva: vivere il Figlio significa possederlo, amarlo, adorarlo, obbedirgli, seguirlo, metterlo al centro della nostra persona, dei sentimenti, delle scelte esistenziali, del nostro modo di comportarci. In altre parole, vivere il Cristo significa esserne imbevuti come una spugna dall’acqua pura e salutare. Non è un impegno da poco, ma esso costituisce il senso più bello e splendente del nostro essere e operare nel mondo, per renderci testimoni veraci in mezzo all’umanità annebbiata di oggi.

7.La fede vera richiede l’unione con i pastori: “Figli miei, come Madre vi dico: non potete percorrere la via della fede e seguire mio Figlio senza i vostri pastori. Pregate che abbiano la forza e l’amore per guidarvi. Le vostre preghiere siano sempre con loro”. Quest’ultima indicazione ci fa riflettere profondamente. Davanti a tanta crisi di sacerdoti santi e illuminati, ci si sente interdetti e disorientati. Allora si va in cerca di altre guide, che sembrano più credibili, si va dietro a pseudo veggenti, a profeti isolati e strani, perdendo il contatto saggio e fruttuoso con i pastori che hanno l’autorità e il servizio dato loro dalla Chiesa e dal suo grande pastore Cristo. È certo che bisogna trovare un pastore ben fatto che sia una lampada accesa, che faccia una luce forte e amorevole, in cui possiamo avere la certezza e la serenità di camminare sulle vie giuste della grande luce di Cristo e non andare dietro a lucignoli falsi e ingannevoli. Per questa ragione dobbiamo pregare incessantemente il Signore, che mandi operai fedeli e saggi al suo popolo. Questa preghiera non deve mai mancare nel nostro cuore. Ben sappiamo che le pecore, se non hanno un buon pastore, facilmente si disperdono e si smarriscono con il pericolo di inabissarsi nelle tenebre della menzogna e malvagità. La crisi di vocazioni sacerdotali è un chiaro indice di una deficienza nella Chiesa, che va superata e colmata. La preghiera per i sacerdoti, la vicinanza sincera ad essi, la comunione spirituale con loro, sono tutte situazioni che garantiscono la vita santa e fruttuosa dei cristiani. Se eseguiamo l’invito pressante della Vergine, dobbiamo credere e sperare in un miglioramento di tale condizione critica, che tocca propriamente le persone dei pastori del popolo di Dio.

O Vergine Maria, dopo i tuoi sette punti basilari ovvero le sette indicazioni stradali per un cammino di convinta e piena fede che conduce alla vita e alla salvezza eterna, noi restiamo attoniti e sospesi, ma non schiacciati. Sorretti dalla tua materna custodia, siamo certi di essere condotti verso il bene. L’importante è che da parte nostra ci sia tutta la disponibilità a tenere presente queste sette perle preziose e metterle in pratica ogni giorno. Donaci il tuo aiuto, la tua luce, la tua grazia. Se restiamo affidati a Te e con Te, possiamo fare passi da giganti per la nostra salute e l’avvento di una nuova umanità, affinché tuo figlio torni a regnare nei cuori dei tuoi figli, dei nostri pastori e di tutti gli uomini. Grazie che non ci abbandoni, o Madre pia o Vergine Maria. Amen!


Messaggio a Marija del 25 giugno 2019

“Cari figli! Ringrazio Dio per ciascuno di voi. In modo particolare, figlioli, grazie per aver risposto alla mia chiamata. Io vi preparo per i tempi nuovi affinché siate saldi nella fede e perseveranti nella preghiera, affinché lo Spirito Santo operi attraverso di voi e rinnovi la faccia della terra. Prego con voi per la pace, il dono più prezioso, anche se satana vuole la guerra e l’odio. Voi, figlioli, siate le mie mani tese e camminate fieri con Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Commento teologico di Don Renzo Lavatori*


La Vergine inizia il messaggio con un vivo ringraziamento a Dio e ai suoi devoti. Poi si inoltra in un approfondimento della sua missione materna, quella di prepararci ad attendere tempi nuovi per una terra nuova. Si sofferma poi, ancora una volta, sulla pace quale dono divino. Alla fine esclama che noi, suoi apostoli, siamo le sue mani e i suoi piedi per camminare coraggiosamente con Dio e verso Dio.

1. Interessante vedere come Maria si pone in atteggiamento di gratitudine anzitutto verso Dio il suo Signore. Ma quale il motivo di tale ringraziamento? Lo dice espressamente: Ella ringrazia Dio per il dono che le ha fatto dei suoi figli e apostoli, non solo in senso generico e massiccio, ma propriamente per ognuno di essi come se ciascuno fosse una perla vivente rilasciata da Dio nel suo grembo materno: “Cari figli! Ringrazio Dio per ciascuno di voi. In modo particolare, figlioli, grazie per aver risposto alla mia chiamata”. Meravigliosa espressione di delicatezza del suo cuore di Madre che ci accoglie, ci ama, ci educa quali suoi figli diletti. Ma la cosa più sorprendente sta nel fatto che ognuno è visto e amato nella sua singolarità e soggettività, come fosse lui solo, il dono che il Signore le ha dato.
Si vede contemporaneamente l’angoscia e insieme l’emozione del suo animo sia verso la generosità divina che l’ha arricchita di innumerevoli figli, sia verso ogni suo figlio, cioè verso ciascuno di noi, come fossimo i suoi tesori più preziosi. Qui veramente subentra nel nostro animo un sentimento di profonda riconoscenza verso di lei, la Madre buona e pietosa, gentile e generosa che ci apprezza e ci considera un dono d’amore divino. Che cosa di più bello?
Anche verso di noi, piccole e ingrate creature, spesso infedeli e deboli, rivela i suoi sentimenti di grande benevolenza e tenerezza che strappa un vero scioglimento del nostro cuore così duro e scontroso. Cerchiamo di accogliere queste parole facendole risuonare soavemente dentro di noi per assaporarne gli aspetti più belli e toccanti. Non possiamo non esplodere con un grido di affetto sincero: grazie, Madre, che mostri a noi il tuo bene ricco di infinito amore e di infinita disponibilità. Quel Cuore Immacolato sia per noi rifugio, conforto, gioia

2. Dopo queste calde parole, Ella ci fa vedere quello che ci aspetta nel nostro cammino futuro, parlando di tempi nuovi: “Io vi preparo per i tempi nuovi affinché siate saldi nella fede e perseveranti nella preghiera”. Ma che cosa sono i tempi nuovi e cosa Ella intende dire con questa espressione? Si capisce che non si tratta semplicemente di questioni materiali e di benessere fisico e sociale o economico o anche culturale, ma, più profondamente, si tratta dei tempi nuovi rispetto a quelli attuali così nebulosi e sofferenti, così angosciosi e minacciosi. Lei percepisce che il modo di vivere del mondo non è più consono alla divina sapienza e volontà; l’uomo si è chiuso dentro il solo orizzonte terreno e ne viene imprigionato e aggredito, senza più poter ritrovare l’autentica identità di sé stesso e dei valori più nobili che egli possiede. Pertanto la novità non è quella che viene dalla terra, ma quella che scende dal cielo e si riversa sulla terra per renderla più bella e vivibile, più amorevole e pacifica. Per questa ragione la Vergine invita ad essere saldi nella fede, confidando totalmente e filialmente nella divina bontà e provvidenza, nella potenza e giustizia di Dio, che solamente ha il potere di trasformare il male in bene, l’odio in amore, la morte in vita, la realtà carnale nella vitalità dello Spirito. Ne segue che per rimanere saldi nella fede, l’unico mezzo e a nostra disposizione è la preghiera, come la Vergine continua a ricordarci, una preghiera viva e perseverante, fervida e dinamica. Allora sarà possibile ottenere effetti benefici e salutari non solo per la vita terrena ma soprattutto per raggiungere la salvezza eterna e beatificante. In altre parole, dobbiamo cambiare rotta: dallo sguardo oscuro e inquietante verso la terra, elevare il capo per aprire la mente verso le altezze celesti, là dove risiede la vita immortale, l’amore totale, la verità completa, la pace infinita.
Per tale ragione Ella spiega che proprio lo Spirito Santo opererà questa trasformazione e noi dobbiamo affidarci a Lui, invocarlo, adorarlo, lasciarsi illuminare, guidare, sostenere dalla sua grazia e dal suo divino amore: “Lo Spirito Santo operi attraverso di voi e rinnovi la faccia della terra”. Purtroppo lo Spirito Santo resta il grande sconosciuto, eppure è proprio Lui che diffonde l’opera redentrice di Cristo su tutta la faccia della terra e produce frutti di vita eterna. Noi, devoti di Maria la sposa castissima dello Spirito Santo, non possiamo pensare di vivere da veri cristiani se non ci lasciamo plasmare, rafforzare, purificare, vivificare dal divino Spirito, effuso in noi fin dal battesimo. Perché vogliamo vivere secondo i dettami della carne, che conducono alla disgregazione e alla morte? Risvegliamoci per essere sospinti dallo Spirito a vivere secondo i suoi doni che producono frutti di un valore superiore, che ci consentono di raggiungere la pace del cuore.
3. A questo punto la Vergine richiama nuovamente la pace, il dono più prezioso. Anch’esso non va inteso solo a livello di mancanza di guerre, piuttosto quale intima e filiale unione con Dio nostro Padre con il Figlio suo Gesù Cristo nella potenza dello Spirito Santo. Solo se il nostro cuore viene guarito dalle ferite di amore e dai peccati di orgoglio e di odio, allora può vivere nella pace, che come una brezza soave e le
ggera si diffonde su tutta la terra e rinnova di amore e di verità, di comunione e fraternità, come un solo popolo di Dio in Cristo Gesù. Rendiamoci conto che con le nostre deboli e fiacche forze non possiamo realizzare nulla di buono; solo affidandoci alla grazia divina e irrobustendoci nel suo amore e della sua verità possiamo diventare strumenti di pace e di vita nuova, come Ella stessa dice: “Prego con voi per la pace, il dono più prezioso, anche se Satana vuole la guerra e l’odio”.
Se non siamo vigilanti e attenti e oranti, il nemico perverso rovescia le cose al contrario: portando guerra là dove sta la pace, l’odio là dov’è l’amore, la morte là dove trionfa la vita, la corruzione e la menzogna dove stanno la giustizia e la verità. Siamo giunti ormai ai tempi dove non si può più vivere di compromessi e di ambiguità oppure stare con i piedi su due staffe; questo è il tempo in cui ciascuno deciderà chiaramente e definitivamente per il bene o per il male, per il Signore o per il principe di questo mondo, per Cristo o per l’anticristo. Da qui si comprende l’urgenza dei richiami di Maria, l’insistenza e l’incoraggiamento delle sue parole così luminose e radiose. Basta con il doppio gioco, che ci rende tiepidi, insicuri, dubbiosi, pensando di poterci salvare stando da una parte e dell’altra. Tale mistura velenosa non è più possibile: o con Cristo o contro Cristo. La Vergine chiede l’aiuto a collaborare con Lei, come fossimo le sue mani attraverso le quali trasmettiamo l’amore, la vita, la verità ai fratelli bisognosi. Maria ci sospinge ad essere coraggiosi e fieri di camminare con Dio e non con colui che si pone contro Dio e vuole distruggere la Chiesa, il mondo e l’umanità, strappandola dalle mani del Signore. Restiamo avvinti alla Madre celeste e seguiamo fedelmente e coraggiosamente i suoi consigli: “Voi, figlioli, siate le mie mani tese e camminate fieri con Dio”.

O Vergine Santa, ci rendiamo conto di vivere momenti burrascosi e tenebrosi, in mezzo a mille difficoltà e avversità. Fa’ che prendiamo la decisione di metterci totalmente tra le tue braccia, sapendo che tu ci conduci là dove sta la felicità, l’amore e la vita. Liberaci dalla ricorrente tentazione di volgere lo sguardo verso il mondo perverso e lasciarci sedurre dal suo ingannevole fascino. Te lo prometto, o Madre mia, di essere finalmente tutto tuo, sempre tuo e soltanto tuo, affinché possano venire veramente tempi nuovi per un mondo nuovo. Grazie dei tuoi dolcissimi e importantissimi messaggi, nella certezza che il tuo Cuore Immacolato, assieme a coloro che si sono rifugiati in esso, alla fine trionferà per sempre. Amen!





* Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.

Originale sul Blog “Messaggi di Medjugorje“ http://goo.gl/Qnwh5I


 
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