| Re: Domande su benedizione e maledizione 29 feb, 2016 | Don Renzo | | | Caro Giancarlo, rispondo subito alle tue richieste. Anzitutto va capito il senso della “benedizione”, che significa “dire e fare bene” nel nome di Dio e perciò con la sua grazia e la sua potenza. In tal senso essa causa il bene in colui che la riceve ed ha sempre un valore buono che può toccare sia il corpo come l’anima secondo le intenzioni con cui si fa. Naturalmente la benedizione pronunciata da un sacerdote ha un valore particolare in ragione che il sacerdote benedice rappresentando Gesù stesso e quindi comunica la grazia propria di Gesù. Tuttavia questa benedizione non ha un valore sacramentale ma soltanto un’espressione spirituale benefica. Sotto questo aspetto non si può dire che essa comporti la remissione dei peccati, anche se accolta con fede, in quanto solo nel sacramento della riconciliazione o confessione si attua efficacemente la remissione dei peccati. Tuttavia essa comporta sempre un beneficio in corrispondenza dell’atteggiamento di chi la riceve nella fede e nella devozione, come tu giustamente dici.
Per quanto riguarda la benedizione dei laici si può dire che in forza del battesimo il fedele laico viene assimilato a Gesù e pertanto agisce con la sua grazia. La sua benedizione produce effetti benefici e quindi è buono l’uso di essa, come quando qualcuno dice “Dio ti benedica” oppure quando i genitori benedicono i loro figli. Sono gesti positivamente validi sul piano della comunione spirituale ma non possiedono la medesima efficacia della benedizione sacerdotale.
Ti saluto caramente. Don Renzo.
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