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Ascolto e riflessione sulla Parola di Dio
Il biblista Don Luciano Sole propone alcune considerazioni sul seguente 
brano di Marco, dove Gesù parla del regno di Dio. Mettiamoci in atteggiamento di 
profonda risonanza nel cuore.
Dal Vangelo secondo Marco 
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li 
rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano 
a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 
In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un 
bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li 
benediceva,imponendo le mani su di loro.
(Mc10,13-16 ) 
 
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Vediamo che cosa voglia 
dire Gesù con questa frase :" chi non accoglie il regno di Dio come lo 
accoglie un bambino, non entrerà in esso».
Innanzitutto cosa è il regno di Dio? Quando noi sentiamo parlare del regno di 
Dio pensiamo subito al Paradiso; certo il regno di Dio è anche ciò che noi 
possiamo immaginare del paradiso, ma il regno di Dio, è Dio stesso che si 
manifesta in tutta la sua onnipotenza, il suo amore, la sua salvezza, il suo 
perdono. Questo è il regno di Dio, poi certo, in pienezza, sarà il paradiso. 
Quindi è il presentarsi di Dio che richiede da parte dell’uomo un’accoglienza di 
Dio, di Dio che ti ama, di Dio che ti parla, di Dio che ti salva, di Dio che ti 
viene incontro. Questo regno di Dio si manifesta poi nella persona di Gesù 
Cristo in tutta la sua verità, in tutto il suo amore in quell’Ostia consacrata 
che non è altro che Gesù che si offre. Questo è il regno di Dio!
Qui Egli dice, prima ancora di entrare in questo regno, di accoglierlo, e per 
accoglierlo bisogna avere il cuore libero, aperto, disponibile, non indurito. 
Perché si tratta di un dono meraviglioso che il Signore ci offre nel regno, 
pertanto ogni altra cosa passa in secondo piano rispetto a questo dono 
meraviglioso che il Signore ci fa del suo amore e della sua grazia. 
Gesù poi parla di appartenenza: a chi è come loro appartiene il regno di Dio »,
cioè una volta che si accoglie l’amore sconfinato di Dio, questo amore ti 
appartiene, ne diventi il proprietario, diventi colui che custodisce il regno, 
lo fa proprio perché gli appartiene, gli è stato dato. Pertanto Dio, con il suo 
infinito amore, mandando Gesù, ti si offre e ne diventi veramente il 
proprietario. 
Però qui Gesù specifica 
quale deve essere il comportamento dell’uomo "come i bambini", parla ai 
grandi e dice “come i bambini” parla agli adulti che cacciavano i bambini, 
magari erano anche gli apostoli che li sgridavano, mentre Gesù li richiama e 
dice agli adulti di stare attenti e di imitare i bambini. A volte uno pensa “i 
bambini sono innocenti” , ma non è vero i bambini sono anche cattivi, 
dispettosi, non sono educati. Non è che Gesù vuole mettere in evidenza l’aspetto 
dell’innocenza , vuole invece mettere in evidenza un altro aspetto del bambino 
ossia quello, egli è che nella vita non ha ancora realizzato niente, non ha un 
curriculum, non ha meriti, non ha prodotto qualche cosa di importante a tal 
punto di meritare il regno di Dio. Anche colui che diventerà un grande musicista 
o un grande poeta o scienziato, quando è bambino è uguale a ogni altro, non ha 
ancora realizzato nulla nella vita, pertanto ha bisogno di tutti, e accogliendo 
il regno deve accoglierlo nella sua profonda piccolezza.
Questo è il primo atteggiamento, poi c’è l’atteggiamento profondo che tocca 
l’animo del bambino il quale ha bisogno di tutti, prima dei genitori, dei 
maestri, di tutori, ossia è in mano ad altri, cioè da solo non può sopravvivere.
Così deve essere 
l’atteggiamento del cristiano, del piccolo, che ha continuamente bisogno del 
sostegno degli altri, soprattutto del sostegno di Dio; e questo è proprio 
l’atteggiamento che Gesù vuol mettere in evidenza. Per questo prende i bambini, 
li accarezza, li benedice, perché sono esposti ad ogni realtà, anche negativa, 
ed hanno bisogno di essere protetti, assistiti. Pertanto colui che è come questo 
bambino, che ha questi atteggiamenti, può accogliere veramente il regno. 
Poi c’è una frase stranissima perché Gesù dice: a chi è come un bambino 
appartiene il regno. Ora se il Regno è pensato come un grande tesoro, come si fa 
a darlo in mano ad un bambino?! Sembra strano, il più povero, il meno indicato, 
diventa il più ricco, ha il regno di Dio a sua disposizione . E allora ogni 
giorno attinge: attinge all’amore di Dio, alla verità di Dio, al Suo sostegno. 
Certo Dio si serve della Madonna, degli angeli, dei santi, si serve di tutto ciò 
che comporta il manifestarsi del regno per cui dopo di che non bisogna avere il 
cuore indurito. Gesù parla del cuor indurito...che cos’è il cuore? Non è solo la 
sede degli affetti, è anche la sede della mente, del pensiero, delle decisioni, 
delle volontà. Il cuore non deve essere sclerotico, duro, come una pietra, 
ottuso, indurito, al punto che non si lascia muovere da Dio, dal suo amore. Il 
bambino non ha il cuore indurito, è più facile che sia l’adulto ad avere un 
cuore indurito, non più duttile, difficile da modellare. Dio vuole modellare il 
nostro cuore per renderlo santo. 
 
DON LUCIANO SOLE
 
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