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F O R U M




 
Cosa è la fede?
 5 nov, 2014
Lorenzo5  
 

Vorrei sapere con una certa precisione la questione intorno alla fede: che cos’è veramente la fede? Quale il senso giusto e completo della fede? Perché alcune volte mi sorgono dei dubbi circa proprio il modo di credere e di vivere la fede, pur sapendo di essere un cristiano fedele ai doveri religiosi. Inoltre alcune volte mi chiedo la ragione per cui dobbiamo credere, cioè vorrei conoscere meglio l’importanza della fede. Mi nasce la domanda che può essere così formulata: Si può vivere bene senza avere la fede? Oppure: La fede è necessaria o indispensabile per una vita felice e fruttuosa?

Lorenzo

 
     
Reply

  Re: Cosa è la fede?
  5 nov, 2014
Don Renzo  
 
 
 
Caro Lorenzo,
la tua domanda abbraccia due questioni, che sono diverse sebbene tra loro strettamente collegate.

1.La prima questione riguarda il concetto della fede: che cos’è la fede? Si possono dare diverse risposte, di cui alcune più o meno esatte, altre del tutto errate. Occorre perciò vedere precisamente quale sia la natura, le caratteristiche proprie della fede in Dio. Alcuni dicono: la fede è un dono di Dio, io questo dono non l’ho avuto, quindi non credo. Altri dicono: io credo, ma a modo mio, per cui la fede si riduce ad un puro soggettivismo, secondo il quale ognuno pensa, fa e disfà come vuole. Altri ancora dicono: sì, io credo, ma solo in certi momenti particolari o in alcune occasioni; la fede allora diventa una scatoletta che io tiro fuori dal cassetto quando mi pare e piace, quando mi fa comodo. Ancora si dice: io credo solo quando ho bisogno dei beni materiali o per alcune finalità concrete, come il lavoro, la salute, la pace, ecc. Quando sto bene e ho ottenuto quello che desideravo, Dio scompare dal mio orizzonte. Infine si afferma: io ho creduto da piccolo, ma ora non ne vedo il senso; la fede è una realtà che riguarda i bambini, le donne, i deboli e i poveri.
Tutte queste sono espressioni parzialmente vere e tutte insufficienti per capire la realtà della fede. Per chiarire occorre tener conto di una cosa fondamentale: la fede non è solo una grazia divina né solo un atto umano; essa è l’incontro di due persone che si cercano, si amano e si abbracciano: da una parte vi è la persona di Dio, che parla e si comunica all’uomo; la seconda persona è l’uomo, che liberamente risponde a Dio e si affida a Lui. La Scrittura usa alcune similitudini significative per illustrare la fede quale rapporto interpersonale tra Dio e l’uomo: tale rapporto, fondato sull’amore, è simile al rapporto di amicizia tra l’amico e l’amico; oppure al rapporto di figliolanza tra il padre e il proprio figlio; oppure al rapporto sponsale tra lo sposo e la sposa.
Si arriva in tal modo nella profondità del nostro essere, del nostro vivere e agire, di soffrire e amare, morire e vivere…Tutto ciò che noi siamo e facciamo, viene avvolto da questo rapporto di amore tra Dio e noi, noi e Dio. Allora la vita e l’agire assumono un sapore nuovo, un significato diverso, perché intessuto momento per momento da questo filo di comunione tra cielo e terra, tra la sfera divina la sfera umana. L’uomo ritrova se stesso, la sua vera identità. Non è più solo, sperduto, disorientato, angosciato, perché egli è sorretto, sostenuto, perdonato, illuminato, abbracciato da Colui che è l’Onnipotente, il Bene assoluto, il Padre misericordioso, il Signore del cielo e della terra. La nostra fragilità si rafforza, si matura e cresce fino alla totale serenità e gioia del cuore.
Penso di aver chiarito con linee essenziali il vero senso, il sapore vitale e affascinante della fede. Chi ha questa fede in effetti possiede una marcia in più che gli consente una vita serena e fruttuosa anche su questa terra, ma soprattutto la felicità eterna.

2. Quanto alla seconda questione: perché dobbiamo credere, cioè quale valore ha la fede nella nostra vita di ogni giorno.
Ci sono due ragioni fondamentali: una riguarda il nostro modo di esistere quali creature di Dio, fatte a sua immagine e somiglianza; l’altra concerne il nostro mondo interiore, assetato d’amore e che non trova la quiete se non quando è ricolmo di amore.
A. Dio ha lasciato nella nostra natura una sua impronta meravigliosa: ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. Questa impronta la portiamo in noi, incisa nella nostra persona ed è incancellabile. Si tratta della nostra dignità di soggetti umani. Se vogliamo vivere senza rispettare e accogliere questa impronta divina, noi perdiamo noi stessi, scadendo al livello delle bestie, diventando miseri e disgraziati esseri privi del proprio sostentamento. Dentro di noi resta, sebbene nascosto e soffocato, il desiderio di Dio. L’uomo senza Dio è un povero sventurato.
B. La seconda ragione, la sete d’amore, anch’essa è iscritta nel più profondo del nostro animo. La mancanza di amore rende la vita infelice, da ciò nascono tutte le avversità, le conflittualità, le angosce, le aggressività, le violenze, l’odio, le guerre fratricide. Tale sete di amore non può essere colmata dal solo amore umano, un amore condizionato, limitato, perché uno è amato a condizione che faccia ciò che l’amante esige. L’amore di Dio invece è incondizionato: Dio ama nella misura senza misura, illimitatamente, anche se l’uomo lo rifiuta. Ama solo per amore, cioè per rendere felice la creatura umana, una felicità non solo terrena e umana, ma la felicità eterna. Si richiede però una sola condizione, che non dipende da Dio ma dall’uomo: la libera accoglienza dell’amore con l’apertura del proprio cuore. Qui sta il dramma. L’uomo liberamente e consapevolmente può chiudersi all’amore infinito di Dio, rimanendo prigioniero di se stesso. Ciò costituisce la sua fine. Di questo non può incolpare Dio, ma unicamente se stesso.

Penso di aver dato alcune delucidazioni intorno alla necessità di avere una fede aperta, libera e gioiosa in Dio nostro Padre.
Cordiali saluti e auguri di ogni bene caro Lorenzo
Don Renzo.

 

 

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