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Don Renzo risponde

 

SOMMARIO

 

 

 

CHIEDI A DON RENZO...

 

Cosa accadra' dopo la morte?

Ill.mo Don Renzo, pochi giorni fa' ho incontrato per strada due gentilissimi Testimoni di Geova i quali mi hanno lasciato da leggere un opuscoletto in cui si parla della speranza per i defunti.
Secondo quanto vi e' scritto, per le persone che passano dalla vita alla morte non c'e' altro che il nulla fino al giorno della risurrezione che in un indefinito futuro avverra'  su questa stessa terra: "I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla. Per i morti tutto e' oramai finito, non avranno piu' alcuna parte in tutto cio' che accade sotto il sole". (Qo 9,5) Ma verra'  l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio di Dio e ne usciranno: quanti fecero il bene, per una risurrezione di vita e quanti fecero il male, per una risurrezione di condanna. (GV 5,28-29)
Se le cose stanno cosi', come possono i santi ed alcuni nostri cari defunti, farci avere le loro grazie ed intercedere per noi presso il Padre che e' nei cieli se per loro "tutto e' oramai finito"?
La retribuzione o il conto da pagare quando arriva?
Grazie per le sue illuminanti risposte.

Giancarlo

DON RENZO RISPONDE

La posizione dei Testimoni di Geova circa la vita dopo la morte non corrisponde ne' alle parole della Scrittura e di Cristo stesso, ne' alla dottrina della Chiesa. Secondo il Vangelo e la tradizione dei Padri della Chiesa e dei documenti dei Concili e del Magistero, la concezione esatta e' la seguente: con la morte si attua la separazione provvisoria dell'anima dal corpo secondo la composizione della persona umana. L'anima subito si presenta davanti al Signore per il Giudizio detto "Particolare o Personale" secondo il quale nella luce della verita' divina l'anima viene destinata o direttamente in paradiso, se e' trovata tutta santa, oppure al purgatorio, se deve ancora purificare alcune mancanze leggere o alcuni difetti per essere totalmente santificata e degna della visione beatifica di Dio; se l'anima invece e' giudicata da Dio degna della condanna eterna, allora precipita subito all'inferno. Mentre il corpo umano, distaccato dall'anima, e' sottoposto alla corruzione sotto terra in attesa della risurrezione finale della carne quando Cristo tornera'  nella sua gloria a giudicare i vivi e i morti. Tra la morte e la resurrezione dei corpi esiste questo "tempo intermedio" durante il quale l'anima, separata dal corpo vive la propria situazione, come si e' detto, o al paradiso o al purgatorio o all'inferno, in attesa di ricongiungersi con il proprio corpo alla fine dei tempi quando ci sara'  la resurrezione della carne. In quell'ora si attuera'  un Giudizio detto "Universale o Pubblico" in cui tutte le creature umane saranno riconosciute nella loro maturita'  spirituale davanti alla suprema Giustizia di Dio e davanti a tutta l'umanita' . In quel momento la storia umana avra'  trovato il compimento e gli uomini possiederanno di nuovo il corpo proprio con cui sono vissuti su questa terra. Tutti i corpi risorgeranno per unirsi alle corrispettive anime, ma alcuni per la gloria eterna se sono degni della Santita'  Divina e altri alla condanna eterna se sono giudicati indegni di quella stessa Santita'  Divina.
Da qui' si capisce la preghiera per i defunti che sono in purgatorio e che hanno bisogno dei nostri suffragi per abbreviare il tempo della loro purificazione. Questa pratica verso i defunti e' stata attuata sia nell'Antico Testamento sia poi nel Nuovo Testamento e nella tradizione piu' antica della Chiesa. Mentre il culto dato ai Santi e' riservato a quelle anime che sono vissute nella piena configurazione a Cristo e nella totale sottomissione alla volonta'  di Dio. Se invece, come dicono i Testimoni di Geova, tutto l'essere umano e' distrutto con la morte, il suffragio per i defunti e il culto per i Santi non ha piu' senso di sussistere. Ma cosi' si nega tutta la tradizione cristiana.