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  Evoluzionismo e fede: il Messia siamo noi???
Giancarlo - 20 mag, 2010

Ill.mo Don Renzo, avrei un dubbio che da alcuni anni mi stimola alla riflessione sulle origini dell'uomo; argomento che ritengo essere di attualità e strettamente legato al rapporto tra fede e ragione. Nel Credo, la domenica alla SS. Messa, recitiamo: "Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili".
La scienza, quale espressione massima della razionalità umana, nel suo credo, sostiene che tutto, in origine, proviene da una immane esplosione (il Big-Bang), e l'uomo si sarebbe casualmente "generato da solo" nella lotta del più adatto, partendo da alcune cellule di pesci protozoici nel corso di una lunghissima evoluzione.
Su questo argomento, mi sembra che la scienza "non credente" e la scienza "credente" siano abbastanza concordi nell'escludere un intervento diretto della volontà del Padre nella creazione, secondo un Suo disegno ed un Suo preciso piano salvifico.
La scienza "non credente" considera l'uomo, creatore di se stesso e creatore di Dio mediante la propria immaginazione, sollecitata da insicurezze e mistica aspirazione all'immortalità.
La scienza "credente" prospetta invece Dio sotto forma di una vaga e indefinita fonte di energia da cui tutto proviene, sussiste e a cui tutto ritorna.
Dunque, come credenti, in cosa dobbiamo avere fede? Dobbiamo credere in Dio quale potente generatore di luce e di energia, oppure in un Padre che è Persona Sacra, Santa e Regale, di cui noi siamo figli legittimi?
Possiamo parlare di santità delle origini dell’uomo o soltanto di scimmie e di pesci protozoici?
E pure ammesso che questa seconda ipotesi prevalga, che rapporto esisterebbe tra anima e natura umana?
La ringrazio per le sue illuminatissime risposte e la saluto devotamente.

Reply


  • Re: Evoluzionismo e fede: il Messia siamo noi???
    Don Renzo - 26 mag, 2010

    La questione dell'evoluzionismo oggi è molto discussa e tuttora rimane una teoria come ipotesi scentifica e non una realtà scentificamente dimostrata. Per cui rimane in un ambito di discussione e non di affermazione; la si può rifiutare gratuitamente come gratuitamente la si può accettare.
    Dal punto di vista scientifico non sussiste niente di sicuro.
    Per quanto riguarda l'ambito della fede cattolica, occorre precisare alcune cose fondamentali. Anzitutto se l'ipotesi di una esplosione iniziale viene sostenuta, ci si chiede subito chi ha provocato questa esplosione? Oppure l'esplosione presuppone l'esistenza di una realtà esplosiva e allora subito la domanda: questa realtà primordiale come fa ad esistere e come è venuta all'esistenza? Come si vede la teoria del big ben non arriva all'ultimo stadio del problema della creazione, perchè presuppone un qualcosa di pre esistente senza origini e senza motivazioni. Ma ciò è una asserzione irrazionale e priva di credibilità.
    In seconda istanza, se si ammette ipoteticamente l'esplosione iniziale da cui gradualmente sorgono gli esseri esistenti e tra questi infine anche l'uomo, soggetto razionale e spirituale, per il credente è necessario ammettere tra gli enti irrazionali e l'uomo un intervento superiore di Dio, perchè si tratta di un salto metafisicamente ineguagliabile a qualsiasi movimento evoluzionistico, perchè si passa dalla materia ad una realtà immateriale che è l'anima umana. Questo salto non è possibile giustificarlo con la teoria dell'evoluzionismo.
    Infine ci si chiede se l'evoluzionismo è un moto costante e sempre in sviluppo, perchè oggi non avviene più questo fenomeno, cioè il passaggio dagli animali sensitivi alla persona umana razionale? Ovvero oggi non si assiste a questo fatto che la scimmia divenga uomo. Se l'evoluzione è avvenuta nel passato dovrebbe attuarsi anche nel presente, perchè costituisce una legge inarrestabile.

  • Re: Evoluzionismo
    Giancarlo - 31 mag, 2010

    Gent.mo Reverendo Prof. Renzo, la ringrazio per la sua autorevolissima e confortante risposta. Pensavo di essere rimasto il solo a non accogliere tali teorie che (come libera opinione personale) avverto essere fuorvianti nel cammino della fede, il quale cammino, penso debba sempre essere solidamente ancorato alle verità rivelate, se deve condurre alla Verità ultima.
    Tuttavia, riguardo questo argomento mi è rimasto ancora il seguente dubbio: qual è il ruolo di Dio nella creazione?
    L'affermazione in Mt 10,30: "Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati", e' una iperbole da accogliere come una espressione colorita, o davvero nel creato nulla sfugge a Dio, al punto che neppure il numero dei nostri capelli è casuale?

  • Risposta a evoluzionismo
    Don Renzo - 24 giu, 2010

    Per capire il ruolo di Dio nella creazione occorre precisare il concetto di creazione, cosa si intende per l'atto creatore. Creare in senso preciso significa la produzione di una entita' dal non essere all'essere, cioe' porre in esistenza le cose dal nulla. Questo passaggio dalla non esistenza all'esistenza e' un atto che puo' essere compiuto solo dalla onnipotenza di Dio. Il libro della Genesi infatti usa un vocabolo (berit) che sottolinea questo aspetto di una radicale e totale produzione da cio' che prima in assoluto non esisteva. Tale azione si differisce da ogni altra azione di intervento su cio' che gia' esiste, come l'atto di un artista che plasma la creta o la materia gia' esistente. Il salto metafisico dal nulla all'essere rivela l'azione pienamente idonea solo all'essere divino, colui che esiste per se stesso e non puo' non esistere. Tutte le realta' create invece esistono perche' hanno cominciato ad essere e percio' non sono necessariamente esistenti. In filosofia si dice che esse sono enti contingenti perche' possono essere e non essere, mentre Dio e' l'essere in assoluto.
    Chiarito questo concetto dell'atto creatore si puo' capire il ruolo indispensabile di Dio, che non puo' essere sostituito da nessun altro soggetto. Occorre anche chiarire che Dio non solo pone in essere le cose, ma le sostiene costantemente nell'esistenza, in modo che se l'azione di Dio venisse meno, tutto il creato precipiterebbe di nuovo nel nulla. Da qui l'espressione evangelica in cui si afferma che anche i capelli del nostro capo sono contati da Dio nel senso che essi sono conservati propriamente dal sostegno divino. Inoltre Dio conosce perfettamente tutte le cose che ha creato e nulla sfugge alla sua onniscenza. Sotto tale aspetto ogni ente creato, anche il piu' piccolo e insignificante, rientra nella visione universale e particolare che possiede il Creatore.
    Tuttavia si deve anche ribadire che Dio svolge questo grande compito verso le sue creature servendosi anche delle cause cosiddette "seconde". Cio' comporta che egli per svolgere il compito di donare e conservare l'essere usa anche di altri soggetti creati che si pongono al suo servizio e per mezzo dei quali Egli porta avanti l'esistenza e la vita nell'universo. Per esempio si serve dell'atto sponsalle tra uomo e donna per trasmettere la vita ad altri uomini; cosi' si serve del moto degli astri per segnare il percorso del tempo e cosi' via. Per questa ragione l'atto creatore appartiene esclusivamente a Dio, mentre l'atto conservatore abbraccia anche la compartecipazione di soggetti creati per svolgere ogniuno la propria funzione. Da qui nascono l'ordine e l'armonia del creato.


 

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