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Nel concilio Vaticano II sono presenti delle linee orientative su questa tematica;
ci sono almeno sei citazioni esplicite che richiamano il legame tra lo Spirito
Santo e Maria, nel cap. VIII della Lumen Gentium (52.53.56.59.63.65). Anche il
Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC, 721-726) ne delinea alcune interessanti
raffigurazioni.
Da questi testi, suffragati dal vangelo, si possono ricavare tre caratteristiche
fondamentali che descrivono il rapporto che unisce lo Spirito Santo con la
Vergine Santa: Maria è opera dello Spirito Santo; è discepola dello Spirito
Santo; infine è icona dello Spirito Santo.
1. Maria "opera" dello Spirito Santo.
Maria è “opera” dello Spirito Santo in quanto è stata totalmente ricolmata e
plasmata da lui, che ha fatto di lei un vero capolavoro della grazia divina.
Infatti Ella è “piena di grazia” fin dal suo concepimento immacolato. Tale pienezza
di grazia va intesa come una totale consacrazione dell’essere di Maria dalla
santità dello Spirito di Dio; ella è stata immersa, battezzata, dalla presenza
santificatrice dello Spirito Santo, che l’ha resa priva di peccato e perciò
degna a diventare la madre del Verbo incarnato. Tale santificazione non l’ha
depauperata della sua realtà umana, anzi l’ha perfezionata, facendola aperta e
sensibile a tutte le caratteristiche proprie dell’essere umano sia nei confronti
di Dio che di se stessa, degli altri e del mondo. L’ha trasformata in nuova
creatura, in un profondo equilibrio fisico e psichico e spirituale,
configurandola al Figlio suo, nuovo Adamo.
Anche la maternità divina di Maria è opera dello Spirito Santo, come dice S.
Luca: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la
potenza dell’Altissimo. E perciò colui che nascerà sarà santo e chiamato Figlio
di Dio” (Lc 1,35). Lo Spirito di nuovo agisce sull’essere purissimo di Maria,
rendendo la sua carne idonea a concepire e partorire il Figlio di Dio fatto uomo,
senza intervento d'altra creatura umana. Si tratta della maternità verginale di
Maria, da cui nasce il Verbo incarnato, uomo e Dio, una persona in due nature,
come ha dichiarato la Chiesa. Insondabile e ineffabile mistero dell'unione
profondissima tra lo Spirito e Maria!
Anche la maternità ecclesiale di Maria è opera dello Spirito Santo, come
attesta S. Giovanni: sotto la croce di Gesù stava sua madre, con altre pie
donne. Gesù dice alla madre: ecco il tuo figlio, indicando il discepolo lì
accanto. Sono parole di alto valore spirituale e teologico, dette con
autorevolezza e in modo solenne, che rivelano l’ultima volontà di Gesù: questo è
il tuo figlio, il tuo nuovo figlio, al mio posto.
Si trattava, per Maria, di trasferire la sua maternità da Gesù al discepolo. Non
è una cosa da poco: accogliere il discepolo come fosse Gesù, con lo stesso amore
e la stessa disponibilità di cuore. Subito dopo, “Gesù, sapendo che ogni cosa
era stata compiuta, disse per adempiere la Scrittura: ho sete...E dopo aver
ricevuto l’aceto, disse: tutto è compiuto. E, chinato il capo, spirò (emisit
spiritum; parèdoken tò pnèuma) (Gv 19,30). Il significato immediato e letterale
è quello che ha dato l’ultimo respiro, è morto. Ma i Padri della Chiesa, e anche
alcuni teologi moderni, vi vedono un gesto più significativo nel contesto della
teologia giovannea: il dono dello Spirito di Gesù a sua madre e al discepolo,
proprio in vista di renderli capaci ad essere madre e figlio, ad attuare una
nuova maternità e figliolanza spirituale. Dunque la maternità ecclesiale di
Maria è frutto dello Spirito emesso da Gesù morente e innalzato sulla croce. Si
tratta non di un legame a livello umano e carnale, ma di una unione nello
Spirito di Cristo che fa di Maria la madre della Chiesa, lo stesso Spirito che
l’aveva resa Madre di Dio.
2. Maria "discepola" dello Spirito Santo
Maria è "discepola" dello Spirito Santo, in quanto lo Spirito Santo è il maestro
interiore che illumina la sua mente, ispira la sua volontà e muove tutto il suo
essere ad agire in conformità al piano di Dio, rendendola strumento della divina
presenza tra gli uomini.
Ciò si vede molto bene nel vangelo di Luca: Maria accoglie il Verbo di Dio nel
suo seno, dicendo: “Sia fatto di me secondo la tua parola”. Prima
dell’accoglienza fisica, Maria ha aperto totalmente il proprio cuore alla
Parola di Dio con la fede, dopo che lo Spirito l’aveva santificata e plasmata in
vista di tale evento.
Poi Maria si mette in viaggio per visitare Elisabetta. Anche qui ella è mossa
dalla potenza dell’Altissimo, che la sospinge all’incontro fraterno, per
comunicare il dono che porta in sé frutto dello Spirito Santo. Tanto è vero che
Elisabetta, “appena ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel
grembo, e, piena di Spirito Santo, esclamò a gran voce” (Lc 1,41-42). In tal
modo la Vergine Madre si fa strumento dello Spirito per realizzare il disegno
salvifico del Padre e "comincia a mettere in comunione con Cristo gli uomini,
oggetto dell'amore misericordioso di Dio" (CCC, 725).
Sotto l’azione di questo medesimo Spirito, Maria esplode nel canto di lode e di
ringraziamento al Signore: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito
esulta in Dio mio salvatore” (Lc 1,46-47). È l’esultanza nello Spirito, che
muove il suo cuore e lo fa vibrare dell’amore grato e umile verso Dio,
invitando tutte le creature umane ad unirsi alla sua preghiera.
3. Maria "icona" dello Spirito santo
Maria si può chiamare “icona” dello Spirito Santo, cioè la sua immagine, la sua
somiglianza perfetta, in quanto riproduce in sé i lineamenti che sono propri
della terza persona della Trinità e ne diventa la viva manifestazione e
l'irradiazione nella Chiesa e davanti al mondo.
Lo Spirito Santo, nella sua costituzione divina ed eterna, è il legame personale
di unione e di amore tra Padre e Figlio, è la loro reciproca effusione
eternamente beatificante e sussistente, è il loro donopersona che li unisce in
un abbraccio di donazione di uno verso l’altro, di uno nell’altro, senza
tuttavia essere mai confusi uno con l’altro. Nello Spirito Santo il Padre e il
Figlio si contemplano e si amano come un solo Spirito, pur rimanendo
perfettamente distinti nelle loro singole persone.
Ora Maria, nell’evento dell’incarnazione, costituisce il luogo terreno,
l’ambiente d'accoglienza, la persona umana dove il Padre e il Figlio incarnato
possono trovarsi uniti e totalmente immersi uno nell’altro, protesi uno verso
l’altrro, come in seno alla Trinità in forza della persona dello Spirito Santo.
Nella carne purissima di Maria, a causa dell'unione della natura umana con il
Verbo, il Padre può dire a suo Figlio fatto uomo: tu sei mio Figlio, amato e
benedetto! E il Verbo incarnato può abbandonarsi al Padre nella piena
disponibilità filiale: ecco sono venuto nel mondo per fare la tua volontà! Maria
dunque, con la sua umanità santificata dallo Spirito, permette che il colloquio
eterno d'effusione reciproca tra Padre e Figlio non venga meno, anche dopo
l’incarnazione. In lei i due si trovano congiunti e inseparabili su questa
terra, come in cielo lo sono nello Spirito Santo. In tal modo si può dire che
"in Maria, lo Spirito Santo manifesta il Figlio del Padre divenuto Figlio della
Vergine. Ella è il roveto ardente della Teofania definitiva: ricolma di Spirito
Santo, mostra il Verbo nell'umiltà della sua carne" (CCC, 724).
Lo Spirito Santo è anche la forza divina che unisce i discepoli a Cristo,
rendendoli docili alla sua Parola, fedeli alla sua Verità, forti nella sua
testimonianza, secondo le promesse fatte da Cristo nel cenacolo prima della sua
passione. Lo Spirito configura ogni discepolo a Cristo, formando il suo corpo
mistico che è la Chiesa. Maria svolge la medesima funzione, come si vede sotto
la croce: prende Giovanni come suo figlio, spiritualmente trasformato in Cristo.
In Giovanni ella scopre i lineamenti di Gesù stesso e il suo compito materno è
proprio quello di tenere uniti i due volti, in modo da farne un unico spirito,
che forma un’unica immagine. Nel cristiano così risplende la figura di Gesù
Lo Spirito Santo inoltre compie l’azione di unire i discepoli tra di loro; egli
è il vincolo di unione nella Chiesa a tutti i livelli; il principio di coesione
tra tutte le diverse membra che compongono il corpo sociale di Cristo,
adornandolo di vari carismi e ministeri. Egli forma così la Chiesa una e santa.
Anche Maria è colei che unisce i discepoli tra di loro, come si vede a
Pentecoste nel cenacolo, aiutandoli ad essere un cuore solo e un’anima sola,
nella preghiera comune e nell’ascolto della Parola di suo Figlio.
È veramente sorprendente l’analogia che esiste tra lo Spirito Santo e la
Vergine. Per questo Maria è detta “Sposa” dello Spirito Santo, sua stretta
collaboratrice, sua splendente raffigurazione umana, sua immacolata interprete e
mediatrice tra gli uomini. Ad Spiritum Sanctum per Mariam et cum Maria.
don RENZO LAVATORI