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ATTUALIZZAZIONI

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Auguri per una Santa e luminosa Pasqua

 

CRISTO E' RISORTO! LA GIOIA SIA CON NOI


“Questo Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni” (At 2,32). Tale è l’annuncio di Pietro, con il quale afferma un fatto nuovo e inaudito: il crocifisso, che è morto, ora è vivo ed è in mezzo a noi. Tale era la fede della comunità che nel Gesù risorto poneva il centro e il fondamento della propria esistenza e della missione evangelizzatrice. Questa è la realtà che segna, ormai per sempre, un destino nuovo per l’umanità e che costituisce il punto di partenza per un cammino rinnovatore di cui ogni cristiano di ogni tempo si fa araldo e testimone, così come la Chiesa continua a proclamare a tutti gli uomini: Cristo è risorto!
Il mistero di Cristo non finisce con la morte in croce, altrimenti sarebbe un fatto passato e caduto nel nulla, come ogni avvenimento circoscritto nel tempo, e non avrebbe più senso per noi, sarebbe un ricordo, affascinante certo, ma lontano e immobile. La morte di Cristo invece acquista tutto il suo valore e il suo significato in forza della risurrezione, che la rende viva e portatrice di salvezza, che la fa attuale e significativa per noi e per ogni credente, che la pone come parte essenziale dell’attuazione del Regno di Dio e della sua eternità. Morte e risurrezione fanno un tutt’uno, l’evento definitivo della salvezza. Non possiamo separare l’una dall’altra, anche se esse costituiscono due aspetti diversi, a rischio di far precipitare la fede cristiana o nel moralismo pesante e pessimista della croce o nell’utopia idealizzata e irraggiungibile della gloria. Comunque si tratterebbe di falsificare e di svuotare la vitalità e la pienezza del cristianesimo: “Se Cristo non è risorto, vana è la nostra predicazione e vana è la vostra fede” (1 Cor 15,14). Veramente tutto sarebbe illusione e stoltezza, tutto perderebbe di senso e di valore.
La morte e la risurrezione di Gesù devono stare insieme, perché insieme sono la pienezza della rivelazione cristiana e l’attuazione della salvezza umana. La Pasqua deve essere e deve tornare a essere il cuore della vita e della predicazione della Chiesa. Solo così la comunità cristiana si matura e si rinnova in Cristo, e la sua missione diventa luce per il mondo. Gesù, il crocifisso, ora è vivo. Gesù di Nazareth ha vinto la morte. A partire da questa vittoria l’attività di Cristo, le sue parole, i suoi gesti, la sua crocifissione rivestono il loro pieno significato. La risurrezione non è un avvenimento del passato di cui si cerca soltanto di precisare il senso o di valutare la realtà storica; è invece quel punto luminoso a partire dal quale deve essere pensato e capito sia il passato sia il nostro presente e il nostro futuro.
Gli apostoli testimoniano essenzialmente questo evento: colui che è morto, condannato sulla croce, è vivo. La loro testimonianza annuncia il fatto che la presenza e l’azione di Gesù, distrutte dalla morte, sono riprese proprio per iniziativa di colui che è stato crocifisso: “Si è presentato proprio lui vivo” (At 1,3). Per questa presenza viva la sua parola diviene attuale, non è più solo un ricordo, ma è di nuovo la sua parola toccante e viva, perché egli è il Signore della sua vita e della sua parola. Egli è il vivente che rende vivi gli atti e le parole della sua vita terrena, donando ad essi il valore di essere portatori di vita e di verità per tutti gli uomini di tutti i tempi di tutti i luoghi.
In tal modo l’avvenimento della risurrezione rinnova ogni cosa, inaugura un tempo nuovo, il tempo ultimo della vera salvezza per gli uomini.
Non basta però affermare il Cristo risorto, occorre riconoscerlo, credere in lui vivo e presente, occorre precisare il senso e il valore della sua risurrezione, occorre cogliere l’oggettività e la profondità del suo mistero. Soprattutto occorre affermare con viva convinzione che è veramente risorto e accogliere la sua vita nuova nella nostra vita vecchia, affinché sia totalmente rinnovata, purificata dal peccato, liberata dalla morte, legata per sempre all’amore di Dio e dei fratelli, quale caparra della nostra risurrezione finale e della vita eterna.
 

Don Renzo Lavatori

 

 

 

 

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  200510