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MARIA E LA TRINITA' NEL MISTERO DEL NATALE


Maria è una creatura plasmata dalle tre divine Persone, in modo da risultare un capolavoro di santità, di sapienza e di bellezza. Ciò si manifesta in modo particolare nel mistero del Natale, in cui Ella appare quale figlia docilissima del Padre; sposa castissima dello Spirito Santo; madre amorosissima del Figlio incarnato. Fermiamo la nostra attenzione su queste meravigliose caratteristiche mariane.

 

1. Maria in rapporto al Padre: figlia docilissima

Maria viene all’esistenza dal punto di vista umano per mezzo dei suoi genitori,
come ogni persona umana. Tuttavia è concepita senza peccato originale, in quanto è Immacolata Concezione. Questo significa che Maria è stata totalmente avvolta dalla grazia, dall’amore e dalla sapienza del Padre, il quale voleva attuare il suo disegno di salvezza per gli uomini per mezzo dell’incarnazione del suo Figlio. A tale scopo era necessario preparare una carne umana totalmente santificata, cioè senza ombra di peccato per poter generare la natura umana che sarebbe stata unita al Verbo di Dio. Il Verbo eterno, possedendo la santità stessa di Dio, non poteva assumere una carne segnata dal peccato, il quale si contrappone a Dio, lo rifiuta. Pertanto il Padre ha plasmato Maria con la sua grazia fin dal primo momento della sua esistenza nel seno materno di S. Anna.
Per questa ragione Maria è chiamata figlia amatissima del Padre, perché nessuna creatura come Lei risplende della santità di Dio. Il Padre si è compiaciuto di Maria e l’ha resa idonea a diventare la Madre di suo Figlio fatto uomo. Tuttavia la mancanza di peccato in Maria non distrugge la sua natura perfettamente umana, cioè Maria rimane pienamente donna e non diventa un angelo o un essere puramente spirituale. Ella possiede tutte le facoltà proprie della natura umana: quelle spirituali come l’intelletto, la volontà, la libertà; quelle sensibili come i sentimenti, le passioni, la fantasia e i sensi del corpo; anzi la sua pienezza di grazia la rende più sensibile e attenta delle altre persone.
Quando Dio manda l’angelo Gabriele per chiedere a Maria il consenso alla maternità divina, Maria risponde con piena coscienza e libertà il suo sì alla volontà divina. La pienezza di grazia stabilisce in lei un rapporto molto profondo con Dio Padre, rendendola del tutto disponibile al suo progetto salvifico, abbandonata al suo amore come figlia docile, secondo le parole che Ella stessa dice: “Sono la serva del Signore”. Tutto l’essere di Maria è caratterizzato da questa totale e piena unione con il Padre, in perfetta sintonia con la sua verità e il suo amore. Veramente si può dire che il Padre si rivolge a Lei con tutto il suo trasporto paterno, mentre Maria si affida al Padre con la totale adesione figliale e ossequiosa.

 

2. Maria in rapporto allo Spirito Santo: sposa castissima
Dalla tradizione della Chiesa Maria è chiamata la Sposa dello Spirito Santo. Infatti Ella ha donato la sua carne perché lo Spirito Santo compisse l’opera dell’incarnazione di Dio. Ora, l’incarnazione consiste nell’unione sostanziale della natura divina con la natura umana. Questa unione profondissima e misteriosa è stata effettuata precisamente per opera dello Spirito Santo, il quale ha ricoperto Maria della sua ombra, cioè della sua potenza, in modo da far germogliare in Lei il Verbo incarnato. Il bambino Gesù è stato concepito con la carne di Maria e con la grazia potentissima dello Spirito Santo. Ne segue che fra Maria e lo Spirito Santo si stabilisce una intima unione, simile all’unione sponsale, in modo che Maria ne sia ricolma e viva in continua e totale docilità a Lui. In tutti i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni, è sempre illuminata, sorretta e guidata dal medesimo Spirito.
Si può dire che la maternità divina di Maria costituisca la sua consacrazione santificatrice, con cui Ella appartiene totalmente e unicamente allo Spirito. Da qui si capisce la sua verginità, in quanto Maria non può appartenere a nessun uomo, poiché è tutta dello Spirito Santo, quale sua opera di santificazione in pienezza. Il mistero di Maria consiste propriamente nel fatto che Ella è Madre per opera dello Spirito Santo ed è vergine sempre per l’azione dello stesso Spirito, del quale l’infinita potenza e sapienza uniscono in Maria due caratteristiche umanamente impossibili: la maternità e la verginità fisica. In questo senso Maria può essere detta anche il capolavoro dello Spirito Santo, cioè l’opera più straordinaria e meravigliosa da Lui compiuta. Tuttavia anche sotto l’azione dello Spirito di Dio, Maria è rimasta perfetta creatura umana, in tutto simile a noi, cioè persona libera e cosciente, perché la grazia divina non toglie la libertà alle creature. Si tratta invece di una mirabile fusione tra l’azione dello Spirito e la cooperazione responsabile e docile di Maria. I due sono profondamente uniti, senza confondersi uno con l’altra.
Inoltre Maria è resa simile allo Spirito Santo, il quale l’ha conformata e configurata a sé, rendendola la sua perfetta icona terrena. Infatti lo Spirito Santo viene definito l’unione di amore tra il Padre e il Figlio nell’essere trinitario. Egli è il Dono eterno del Padre e del Figlio, che unisce nella reciproca donazione l’uno all’altro, in una comunione di amore eternamente beatificante. Ora, Maria svolge una analoga funzione a livello umano, in quanto permette al Figlio di Dio di avere una carne umana nella quale il Padre riconosce il suo vero Figlio incarnato. In Maria e per mezzo di Maria il Padre si unisce al Figlio fatto uomo e il Figlio fatto uomo resta unito al Padre; in altre parole Maria diventa il luogo o il punto di congiunzione, il legame umano dell’incontro di amore tra il Padre celeste e il Figlio suo fatto uomo, il Cristo Gesù. Il colloquio di amore tra Padre e Figlio, che prima dell’incarnazione avviene nel Dono eterno dello Spirito Santo, con l’avvento del Natale di Gesù continua sulla terra nel seno purissimo di Maria, la quale per nove mesi ha custodito e ha fatto crescere il Figlio di Dio per poi partorirlo e presentarlo al mondo.
 

3. Maria in rapporto al Figlio Gesù: madre amorosissima

Il titolo mariano che descrive il rapporto di Maria con Cristo è THEOTOKOS,
DEI GENETRIX, ossia MADRE DI DIO. Questo forma il titolo più eccelso, il più nobile ed ineffabile riferito a Maria, perché rivela il mistero profondo di questa donna: la sua maternità divina, dove risiedono la sua grandezza, la sua potenza e la sua unicità.
Più particolarmente si può precisare che Maria è legata a suo Figlio da due ragioni: una a livello carnale e l’altra a livello spirituale.
A livello carnale, la carne umana di Gesù è perfettamente simile a quella di Maria, come ogni figlio porta in sé l’immagine della madre. L’aspetto fisico di Gesù era del tutto conforme a quello di Maria, anche perché Gesù non aveva un padre fisico. Si può dire così che Gesù è icona di Maria, nel senso che dal volto di Gesù possiamo conoscere il volto di Maria, come nel vangelo quella donna in mezzo alla folla grida: “Beato il ventre che ti ha portato e beato il petto che hai succhiato”. D’altra parte è vero che Maria è totalmente simile a Gesù, perché la sua carne corrisponde alla carne di Gesù, in forza della sua maternità che ha dato al Verbo la carne umana. Perciò Maria, in quanto Madre, diventa perfettamente configurata a Cristo suo figlio più di ogni altra creatura umana. Vedendo Maria si può contemplare in Lei Gesù stesso.
A livello spirituale, Maria è unita a Gesù da un profondo rapporto di grande fede: Ella è colei che ha creduto alla Parola di Dio accogliendola non solo nel suo corpo, ma prima ancora nel suo cuore. Per questa ragione la maternità spirituale di Maria acquista un valore preminente, come proclama Gesù quando dice: “Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli? Coloro che ascoltano la Parola di Dio, questi sono per me madre, fratello e sorella”. Gesù vuole significare che Maria è legata a Lui soprattutto perché ha accettato nella fede il Verbo di Dio più di ogni altro credente. Ella cioè ha creduto alla Parola di Dio senza mettere alcun dubbio o incertezza, come Ella stessa dichiara: “Avvenga di me secondo la sua Parola”. In questo senso Maria è chiamata Madre nella fede o della fede, secondo l’enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II. Questo sguardo di fede su Gesù accompagna Maria in tutta la sua vita, dal concepimento e dalla nascita del Bambino a Betlemme fino sotto la croce, quando muore il Figlio suo.
Maria è vissuta in un continuo atto di fede e di amore verso Cristo, affinché fosse attuato il disegno redentore del Padre con la potenza dello Spirito Santo. In tal modo Maria non ha posto nessun ostacolo alla salvezza, anzi si è resa strumento docile e si è fatta collaboratrice dell’opera salvifica di suo Figlio. Per questa ragione Maria è accanto a Cristo come colei che lo sostiene e lo accoglie nella fede, ne condivide lo Spirito e lo segue fino al dono di sé al Padre sotto la croce e poi nella gloria celeste con l’Assunzione al cielo in anima e corpo. L’uno, il Figlio, e l’altra, la Madre, sono uniti totalmente e per sempre sulla terra e nella vita eterna. Il Natale costituisce una meravigliosa rivelazione di questa unione tra Maria e Gesù.

 

Don Renzo Lavatori

 

 

 

 

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